Dal suo ricordo di Bruno Palumbo al suo amore per il Palermo. Ecco la storia che lega a doppio filo il vice-presidente del Licata Danilo Scimonelli e la società rosanero. Una storia nata tanti anni fa sugli spalti della Curva Nord di Palermo e proseguita oggi all’interno della dirigenza del Licata.
La società gialloblu si sta ben comportando in questo torneo, occupando il quarto posto in classifica insieme al Savoia. La formazione di mister Campanella ha dovuto fare a meno del proprio bomber, Antonio Cannavò, prima punta classe ’92 che ha ricevuto una squalifica di tre giornate durante la partita contro il Nola, per aver colpito al volto un avversario con uno schiaffo.
L’attaccante licatese ha scontato soltanto due giornate di stop, ma la società è fiduciosa di poter avere uno sconto di pena dal giudice sportivo in modo da poterlo schierare in campo nella sfida di domenica. La decisione è attesa per venerdì.
Al di là della presenza di Cannavò, il 4-2-3-1 del Licata è un mix di giovani e di uomini di esperienza che hanno messo in difficoltà qualunque squadra abbiano affrontato. Il tonfo di Savoia di domenica scorsa non deve ingannare i ragazzi di Pergolizzi, la partita sarà da giocare al pieno delle proprie forze per tutti i novanta minuti. La capolista Palermo è avvisata.
Intato, ecco cosa ne pensa Danilo Scimonelli del prossimo match che attende il Licata.
Vice-presidente, grazie del suo tempo. Lei è legato a doppio filo con la città di Palermo e con la Curva Nord rosanero. Su facebook lei ha dedicato un’ultimo saluto a Bruno Palumbo, storico leader del cuore del tifo palermitano. Qual’è il suo ricordo di nonno Bruno?
Io ero molto piccolo al tempo, ricordo bene i suoi figli e i suoi nipoti. Io sono nativo di via Pitrè, il club degli Angeli della Nord è nato proprio in quella zona. Una figura leggendaria della Curva Nord di Palermo, mi è sembrato giusto unirmi al cordoglio dei tifosi rosanero e tributargli un ultimo saluto.
Oltre ad esserci un legame fra lei e la città di Palermo, esiste un legame sportivo fra Licata e il capoluogo siciliano. È d’accordo con questa mia affermazione?
Assolutamente si. C’è un rapporto di rispetto che dura da decenni. Il grande Licata è stato fondato su una buona rappresentanza di palermitani capitanati da Zeman. Mi vengono in mente ad esempio Modica, Campanella e tanti altri. Sono due città molto vicine dal punto di vista emotivo e sociale. Molti licatesi vivono a Palermo e viceversa per motivi lavorativi.
Cosa mi sa dire della sfilata delle mascotte? Si farà? Ha parlato con Mirri?
E’ stata un’idea del nostro addetto marketing, che purtroppo non aveva considerato il fatto che il povero Kurò è stato mandato in pensione insieme alla vecchia dirigenza. Speriamo che per la partita di ritorno il Palermo possa già avere una nuova mascotte da far sfilare insieme a quella del Licata. Al presidente Mirri, da tifoso del Palermo, va detto mille volte grazie per quello che sta facendo per il Palermo, per la città e per lo sport palermitano.
Come sta andando la stagione del Licata dal suo punto di vista?
Noi siamo una matricola, il nostro obiettivo è salvarci e siamo sulla buona strada. E’ arrivata la prima sconfitta in campionato contro il Savoia, una compagine attrezzata per la categoria. Noi abbiamo fatto la partita peggiore dell’anno, ma non possiamo vincerle tutte. Stiamo portando avanti un buon torneo e siamo felici di questo.
Cannavò è un vostro punto di forza. Ci parli di lui.
Un vero bomber fa gol in tutte le categorie, leggasi ad esempio Riganò che segnava al Lipari come segnava al Messina. Noi su Cannavò non abbiamo mai avuto dubbi e lui ci ha ripagato della nostra fiducia.
Un’ultima domanda: cosa si aspetta dalla partita di domenica?
Ci aspettiamo una festa, è un onore giocare contro il Palermo. Per me è come se fosse una sfida fra mia madre, il Palermo appunto, e mio figlio, il Licata. Speriamo che sia una bella giornata di sport insieme ai ventimila tifosi rosanero e ai nostri mille sostenitori licatesi.