La Sicilia ha retto bene la prova del caldo e a confermarlo è il Rapporto Estate 2025 del Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione col Ministero della Salute, ISS, CNR e i referenti regionali, che evidenzia come, nonostante l’anomalia termica positiva di quasi due gradi sopra la media climatica, nell’Isola non si sia registrato alcun incremento significativo della mortalità. In un Paese che solo tre anni fa aveva visto un aumento del 15% dei decessi estivi, il dato siciliano, e più in generale quello nazionale, racconta un quadro diverso, grazie al “Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore 2025”.
Il sistema di allerta per le onde di calore, Heat Health Watch Warning (HHWW ), operativo per tutta l’estate, in Sicilia ha monitorato per il Ministero della Salute solo Palermo, Catania, Messina e Siracusa, inserite nella rete nazionale di sorveglianza. Le altre province, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Trapani, non sono state incluse perché non dispongono di un sistema meteorologico e sanitario di rilevazione giornaliera dei dati necessari al monitoraggio nazionale, ma hanno attuato i propri piani locali di prevenzione coordinati dalle rispettive Asp e dalle Protezioni Civili territoriali.
I dati
Secondo il Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera (SiSMG), i decessi registrati a Palermo sono stati sostanzialmente in linea con le attese, con un lieve aumento del 3%, pari a 1.076 decessi rispetto ai 1.043 attesi, non statisticamente significativo. A Catania l’incremento è stato simile, +2%, con 847 decessi osservati rispetto agli 830 attesi, mentre a Messina e Siracusa i decessi sono risultati persino inferiori rispetto agli anni precedenti: rispettivamente 522 casi rispetto ai 581 attesi (–10%) e 391 decessi contro i 411 attesi (–5%).
A fare la differenza è stato il lavoro silenzioso delle Amministrazioni e delle Aziende sanitarie provinciali. L’Assessorato regionale della Salute, attraverso il DASOE, ha coordinato la rete dei piani locali, in collaborazione con i sindaci, la Protezione Civile e i servizi sociali. In molte città è rimasta attiva l’anagrafe delle persone più vulnerabili al caldo, uno strumento che permette di contattare in anticipo anziani soli, cronici o disabili durante i periodi di rischio. A Palermo e Catania, ad esempio, hanno funzionato i call center comunali, mentre le ASP hanno diffuso bollettini con le raccomandazioni alla popolazione.
I dati, nonostante i risultati evidenziano che le ondate di calore non sono mancate. La prima è stata tra fine giugno e i primi di luglio, la seconda nella settimana di Ferragosto, ma l’impatto è stato contenuto. Anche l’umidità, secondo l’ISAC-CNR, è rimasta su valori pressoché in linea con gli anni precedenti.
Nonostante le temperature elevate, gli accessi ai Pronto soccorso dell’Isola sono rimasti sostanzialmente stabili, con circa 100.000 ingressi stimati nel trimestre estivo e un numero contenuto di casi direttamente attribuibili al caldo. La gran parte degli interventi ha riguardato il normale flusso stagionale di urgenze, senza segnali di sovraccarico.
Il Dasoe
“In Sicilia, come in gran parte del Mediterraneo, il caldo non è mai soltanto una questione meteorologica, ma una presenza che ci accompagna e segna il nostro modo di vivere. Oggi però la sua intensità assume un significato diverso, è una sfida sanitaria e sociale che richiede consapevolezza e responsabilità collettiva – evidenzia Giacomo Scalzo, dirigente generale del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) -. E i più esposti restano sempre le persone fragili, gli anziani soli, chi convive con patologie croniche o vive in condizioni di marginalità. Tutelarli, quindi, non è soltanto un compito amministrativo ma un gesto di civiltà e di umanità”.
“Il Piano ha dimostrato che la prevenzione funziona quando le istituzioni e il territorio lavorano insieme – prosegue -. E voglio ringraziare tutte le realtà che hanno contribuito alla buona riuscita della stagione appena conclusa, dai medici di base ai dipartimenti di prevenzione, dalle ASP alla Protezione civile, dai volontari agli operatori sociali. Un pensiero particolare va al personale sanitario dei pronto soccorso e del 118, che anche quest’estate ha garantito assistenza continua, professionalità e presenza, nonostante la fatica e le alte temperature. La loro dedizione rappresenta la migliore espressione del servizio pubblico”.
“La Sicilia è terra di luce e di resistenza e in questo riconosco un tratto profondo della nostra identità. Come Ulisse nel viaggio verso casa non sfida il mare per temerarietà ma per amore del ritorno, anche noi di fronte a un clima che cambia dobbiamo affrontarlo non con paura ma con la forza di chi sa dove vuole arrivare, alla sicurezza e alla salute della propria comunità – conclude -. Il caldo tornerà, ma adesso sappiamo come accoglierlo e come difenderci. È questa la nostra forma più autentica di resilienza”.




