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L'affondo a Lagalla e alla DC

Sicilia, Calenda: “Mozione di sfiducia all’Ars non serve, commissariamento unica soluzione” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 4 Dicembre 2025

La politica ha fallito. Andare a votare non servirebbe. L’unica soluzione è commissariare la Sicilia“. E’ un pensiero molto diretto quello espresso dal leader di Azione Carlo Calenda, intervenuto a Palermo questo pomeriggio durante un dibattito organizzato presso la facoltà di Giurisprudenza e che ha visto la partecipazione della parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia Carolina Varchi. Una presenza che l’ex ministro spiega così: “Dobbiamo provocare un risveglio civico, soprattutto in Sicilia. Le ultime vicende confermano il fatto che i diritti dei siciliani sono violati dalla Regione da tantissimi anni. I siciliani hanno diritto ad un sanità che funzioni, ad uno stipendio dignitosi e ad un ciclo di raccolta dei rifiuti che sia efficiente“.

Calenda: “Commissariamento della Regione unica soluzione”

A giudizio di Calenda, la strada però non passerebbe dal ritorno al voto. Una soluzione ritenuta impraticabile a causa dell’attuale quadro politico. “Alternativa al centrodestra? Il commissariamento dello Stato. Il resto è un gioco. Non c’è possibilità alternativa. C’è un rapporto fra voto clientelare ed elezioni per cui per accedere ai servizi, ci vuole qualcuno che li patrocina. Diventa uno scambio. E’ una cosa allucinante. La Sicilia va commissariata dallo Stato che deve mettere i soldi non per fare il ponte, ma per ripristinare l’accessibilità dei servizi“.

“Mozione di sfiducia all’Ars? Non serve a niente”

Anche la mozione di sfiducia, presentata dal centrosinistra all’Ars, ha rappresentato secondo Calenda una mossa inutile. “Non serve a niente fare una cosa del genere. Ribadisco, l’unica soluzione percorribile è quella del commissariamento dello Stato per ripristinare i servizi essenziali“.

Su Lagalla: “Permanenza DC in Giunta dimostra esistenza di clientele”

Poi l’affondo diretto al sindaco Roberto Lagalla: “In un posto dove non c’è questo grado di arroganza politica Cuffaro non sarebbe proprio invitato. Il fatto che non rimuova i cuffariani dimostra ciò che sappiamo: l’esistenza di clientele che si odiano fra di loro. Agli eventi ci vengono a spiegare il perchè c’è chi odia uno piuttosto che l’altro. Sembrano quasi delle dinastie“.

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