Periodicamente si ripropone nel dibattito politico italiano il tema della legalizzazione della cannabis. Questa volta a sollevare l’argomento è stata la lettera su Repubblica del sostituto della Procura di Napoli Henry John Woodcock, e non è il primo magistrato a prendere posizione a favore. Franco Roberti, alla guida della Direzione Nazionale Antimafia, dichiarava già nel 2015: “Di fronte a numeri come quelli appena visti – e senza alcun pregiudizio ideologico, proibizionista o anti-proibizionista che sia – si ha il dovere di evidenziare a chi di dovere, che, oggettivamente, e nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva“. Ed il giudice antimafia completa il suo ragionamento in un’intervista pubblicata ieri su Repubblica affermando che “deve essere lo Stato nella sua centralità, e in via esclusiva, a occuparsi della coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati. Così sottrarremo spazi di mercato alle organizzazioni criminali..”
A marzo 2017 interviene, invece, il magistrato a capo dell’Autorità Anticorruzione Cantone che pone una domanda retorica: “una legalizzazione di una droga controllata, anche nelle modalità di vendita, non potrebbe avere effetti migliori rispetto allo spaccio che avviene alla luce del giorno nella totale e assoluta impunità e che riguarda amplissime fasce della popolazione giovane?“. Certamente non è un caso che siano i magistrati, in prima linea nella lotta al mercato criminale legato al commercio delle droghe, a sostenere la necessità di cambiare strategia.
Ma non solo loro: l’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan, da anni sostiene la legalizzazione delle droghe leggere, ritenendo la guerra al traffico illegale inefficace e controproducente. Ed ad incoraggiare i favorevoli alla legalizzazione della cannabis, si aggiungono i dati che provengono da stati come Colorado, Alaska o lo stato di Washington nei quali da tempo il consumo ricreativo della cannabis è legale: infatti, a fronte della liceità del consumo di droghe non si registra un incremento del numero dei consumatori. Nel Colorado, dove la cannabis è legale dal 2012, stando ai dati diffusi nel 2016 dal Colorado Department of Public Health sembra, addirittura, che si sia registrata una riduzione del suo consumo presso gli adolescenti.
Senza trascurare i benefici economici che derivano dalla legalizzazione. Nel nostro Paese, alcuni studi hanno stimato possibili nuove entrate nell’ordine di 12 miliardi di euro, tra i nuovi introiti legati alla commercializzazione e minori spese per la repressione. Nonostante tutte queste considerazione giace da oltre un anno e mezzo in Parlamento un progetto di legge per la legalizzazione della cannabis (https://www.cannabislegale.org/proposta-di-legge/) firmata da 218 parlamentari, per iniziativa di Benedetto Della Vedova. La proposta verrà presto discussa presso le Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, ma difficilmente potrà avere un esito favorevole in questa legislatura.