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Ci sono volute più di 48 ore per la squadra di sub, biologi e guardia costiera per cercare di liberare un capodoglio rimasto impigliato e ferito in una rete da pesca illegale all’Isola di Salina, nelle Eolie. “Furia”, così nominata, è stata persa di vista nella notte di ieri, venerdì 19 luglio 2020.
“Il cetaceo sembra impazzito – ha detto il biologo e sub Carmelo Isgrò,- e non ha favorito le operazioni. Pensavamo che dopo 24 ore si sarebbe stancato e invece non è stato così“.
Ma sul suo canale social, Isgrò dà una nuova notizia e mostra le immagini della liberazione dello splendido esemplare di capodoglio.
“E’ stata tolta molta rete che lo imprigionava ma ancora molta rete resta impigliata nella coda e poiché è molto nervoso non si lascia aiutare. Ieri sera il Capodoglio ha cominciato a fare delle immersioni sempre più lunghe (oltre mezz’ora per singola immersione)“, scrive il biologo.
“Poiché spesso riemergeva distante dal punto di immersione non era facile individuarlo al suo ritorno in superficie e al calar della sera è stato perso di vista” racconta Isgrò.
Stamattina sono riprese le ricerche del cetaceo per aiutarlo a liberarsi, con la speranza che sia più stanco ed abbia meno energie.
“Va sottolineato che il tentativo di ieri di liberarlo dalla rete è stato un grande lavoro di squadra che ha visto in prima linea gli uomini della Guardia costiera, sia di Lipari che poi della “Diciotti” (che ci hanno scortato per tutta la notte) e ancora dopo del nucleo sommozzatori della Capitaneria di Porto di Napoli…ragazzi che hanno dimostrato un coraggio incredibile – conclude il biologo -. Vi assicuro che operare con dei coltelli su un animale di 12 metri che si dimena come un pazzo per il dolore e che ha la forza per spostare agilmente le 15 tonnellate del suo peso non è una cosa da poco”.