In un periodo di forte crisi economica con il caro bollette che incalza, i 52 milioni di euro stanziati nella ‘manovrina’ di fine anno, approvata dall’Ars a favore dei comuni siciliani e delle ex province, rappresentano un contributo non indifferente per alleggerire la spesa dovuta all’aumento dei costi dell’energia. Momento storico che mette a dura prova lo svolgimento delle funzioni fondamentali e la capacità delle stesse amministrazioni locali di assicurare i servizi essenziali alle persone e alle famiglie più fragili.
Le variazioni di bilancio “Rappresentano un grosso traguardo, perché le risorse previste permettono ai comuni, sia in pre-dissesto o che rischiano il dissesto, di poter espletare servizi pubblici essenziali, e attività sociali all’interno delle scuole, per le famiglie e per la disabilità. Ogni comune di 10 mila abitanti, avrà 100 mila euro”, e nello specifico “Si tratta di 48 milioni per gli enti locali e 4 milioni per i Liberi Consorzi, utili per sostenere i maggiori costi delle bollette. Abbiamo elargito i fondi per oltre un milione di euro per l’unione dei comuni, ma era già prevista l’erogazione”, ha spiegato l’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina. Risorse nuove per compensare il sovrappiù delle bollette.
“Giovedì prossimo– spiega l’esponente della Giunta Schifani– sarà convocata l’Assemblea delle Autonomie locali per incontrare tutti i rappresentanti delle associazioni dei comuni, tra cui l’ANCI, e i sindaci”.
Altro tema è quello delle ex Province, in particolare il ripristino dell’elezione di primo grado. “Stiamo continuando le interlocuzioni con Roma aspettando che si modifichi la norma finanziaria nazionale che blocca la Regione nell’istituire la nuova normativa. Ci aspettiamo che lo Stato proceda dopo la finanziaria. Noi, intanto, stiamo lavorando al nuovo bilancio”.