“A distanza di 11 anni dalla estromissione forzata della SIE dalla gestione integrata del servizio idrico della Provincia di Catania, lo scorso 13 dicembre è finalmente arrivata la sentenza n. 137 del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ristabilisce un principio di legalità sulla vicenda che, nel corso di questi lunghi anni, ha di fatto determinato per l’intera provincia etnea disservizi, perdite di ingenti finanziamenti ed una procedura di infrazione per la mancata depurazione delle acque reflue che, dal 2012 ad oggi, ha determinato sanzioni per decine di milioni di euro da parte della Comunità Europea”.
A comunicarlo è il deputato regionale del Movimento Nuova Autonomia Giuseppe Compagnone che riepiloga brevemente la vicenda: “La sentenza del CGA ha disposto l’annullamento delle delibere del Consiglio di amministrazione e dell’Assemblea dei soci del Consorzio ATO Idrico Catania Acque con le quali veniva dichiarato nullo l’accordo sottoscritto nel 2006 con la società SIE (Servizi Idrici Etnei) che, nel 2005, aveva partecipato e vinto il bando di gara per l’individuazione del gestore unico del servizio idrico integrato della provincia di Catania“.
“L’effetto demolitorio – si legge nella sentenza – non può essere raggiunto se non attraverso l’intervento giurisdizionale, previa domanda di parte: è quindi sottratto alla parte il potere di decretare l’annullamento del negozio giuridico, così evitando che si possa sottrarre unilateralmente alla forza (di legge) del contratto” si legge nel dispositivo.
“Abbiamo vinto la gara, firmato il contratto ed avviato il servizio con un rapporto che è durato serenamente fino al 2010. Anno in cui l’allora Presidente della Provincia Giuseppe Castiglione decide con un atto del tutto unilaterale di deliberare la caducazione del contratto. Ovviamente come SIE ci siamo opposti, facendo valere l’irragionevolezza e la mancanza di qualsiasi presupposto di legge a fondamento della decisione assunta dall’organo politico. E’ stata una battaglia lunga e faticosa – afferma l’amministratore delegato della SIE Sergio Cassar – ma alla fine è emersa l’unica verità di legge che poteva emergere: l’annullamento della delibera di caducazione, ora ci aspettiamo che l’ATO idrico, conseguentemente a quanto disposto dal CGA, provveda al più presto al riaffidamento del contratto di gestione unica del servizio. Purtroppo il tempo perso non lo potremo più recuperare ma almeno possiamo evitare di causare ulteriori disagi, danni all’ambiente e sanzioni a carico dei contribuenti”.
“In questi lunghi 10 anni il territorio della nostra provincia ha dovuto sopportare, a causa di una scelta sciagurata, il mancato utilizzo di ingenti finanziamenti pubblici messi a disposizione per la riqualificazione delle condotte idriche, le reti fognarie e gli impianti di depurazione – afferma il deputato regionale autonomista Giuseppe Compagnone – il risultato è che l’87% dei reflui di Catania non sono depurati causando un danno ambientale enorme. Ed oltra al danno la beffa – sottolinea Compagnone – a causa della mancata depurazione delle acque dal 2012 ad oggi la Comunità Europea ha emanato sanzioni per 27 mila euro al giorno che qualcuno prima o poi dovrà pagare, ed a farne le spese, come al solito, saranno i contribuenti. Adesso ci aspettiamo soltanto che l’Ato Idrico dia seguito alla sentenza che lo condanna ad adempiere, riattivando immediatamente l’efficacia del contratto sottoscritto con il gestore unico del servizio SIE. È un atto dovuto perché l’attuale normativa europea impone come condizione per poter accedere ai finanziamenti, oltre all’approvazione del Piano d’ambito, già approvato per il nostro territorio, anche l’individuazione di un gestore unico. Ora siamo finalmente nelle condizioni di ripartire. Mi auguro vivamente che non si perda più tempo“.