Dall’alba di oggi la Polizia di Stato della Questura di Catania è impegnata in una vasta operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, contro un diffuso e sommerso sistema di prestiti a usura ai danni di persone in precarie condizioni economiche.
Dalle indagini, e’ emerso che ai prestiti, generalmente di piccoli importi, tra i 1.000 e i 2.000 euro, venivano applicati tassi usurari fino a 490% annuo. Le rate, pagate settimanalmente o mensilmente, dietro minacce e finanche appostamenti per intimorire le vittime ed assoggettarle agli aguzzini.
Tuttora in corso perquisizioni ad opera degli investigatori della Polizia di Stato e della Sezione di P.G. della locale Procura Distrettuale della Repubblica di Catania.
Ulteriori dettagli dell’operazione sono stati illustrati, alle ore 11:00, nella sala Raciti del X Reparto Mobile nella conferenza stampa:
L’inchiesta è partita dalla denuncia di una vittima. Durante le indagini le parti offese che hanno collaborato sono state complessivamente una ventina. Le indagini della squadra mobile e della polizia del nucleo di Pg della Procura sono state avviate dalla denuncia di una persona che è stata costretta, per far fronte a debiti di gioco, a fare ricorso a prestiti a d’usura. La vittima per pagare gli ‘strozzini’ avrebbe depauperato il proprio patrimonio economico e immobiliare.
Le intercettazioni disposte, spiega la Procura, hanno “consentito di riscontrare la fondatezza delle rivelazioni della persona offesa, nonché di portare alla luce un sommerso e parassitario sistema di prestiti illeciti che coinvolgeva soggetti ulteriori rispetto a quelli indicati dalla vittima”. Altre vittime, una ventina circa, sentite da polizia e magistrati, avrebbero poi “confermato quanto emerso dalle indagini” e cioè, che mediamente, i piccoli prestiti si aggiravano su importi variabili tra i 1.000 e i 2.000 euro e che i tassi usurari applicati, talvolta, potevano arrivare a sfiorare anche il 490% l’anno.
In altri casi, sottolinea la Procura di Catania, “nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di possibili ritorsioni o credendo che coloro che avevano erogato il credito fossero benefattori, alcune delle vittime hanno preferito tacere o dire il falso, limitandosi ad ammettere prestiti di denaro senza la corresponsione di alcun interesse”. A riscontro delle risultanze d’indagine, sono state eseguite perquisizioni nei confronti di alcuni degli indagati che, rivela la Procura, “hanno permesso di rafforzare il compendio investigativo” e di “porre sotto sequestro materiale probatorio costituito da denaro liquido, libri contabili e da vari titoli di credito idonei a delineare l’entità dell’attività di usura”.
L’ordinanza cautelare del gip è stata eseguita dalla Squadra Mobile e dalla sezione della Polizia della Pg , coadiuvati dal Reparto prevenzione crimine della Sicilia Orientale, inviato a supporto dalla Direzione centrale anticrimine e dal Servizio centrale operativo, e da personale della locale Questura e da operatori specializzati di Polizia scientifica