Sono passati più di sedici anni dalla morte di Giuni Russo e Palermo, la città dove la cantante nacque il 7 dicembre del 1951, continua a voltare le spalle a questa grande artista.
Lo fece già negli ultimi anni della sua vita, quando Giuni avrebbe voluto realizzare nel capoluogo siciliano un concerto-testamento, alla fine mai tenuto, a causa della sordità e dell’indifferenza delle istituzioni pubbliche a cui era stata avanzata la proposta. In quel tempo l’amministrazione comunale era guidata dal sindaco Cammarata.
E intanto, arriva la notizia che già da qualche tempo la città di Catania ha omaggiato Giuni, intitolandole una strada.
“Catania – come viene spiegato nella pagina ufficiale dell’artista – è il primo comune siciliano ad omaggiare Giuni, con uno slargo a pochi passi dell’incantevole lungomare” .
Largo Giuni Russo a Catania è, dunque, realtà. Un omaggio che la città etnea ha voluto rendere a questa straordinaria figura della musica italiana, che merita questo e altro per il grande contributo che ha dato e per come ha cantato in modo impareggiabile anche la nostra terra, con quelle che più che canzoni, sono autentiche poesie, di parole, musica e voce.
Oggi, a tutelarne la memoria è Maria Antonietta Sisini, inseparabile compagna di vita di Giuni, che da anni ha realizzato l’associazione “Giuni Russo arte” per preservarne l’eredità artistica.
Eppure, qualcosa si era mosso anche nel capoluogo siciliano: nel 2012 l’amministrazione comunale di Palermo, per bocca del sindaco Orlando, aveva annunciato di voler intitolare una strada a Giuni Russo, ma due anni dopo, la scelta cadde su una strada che in realtà altro non era che un crocevia o poco più: si trattava di uno slargo in via Principe di Scalea, a Mondello, all’altezza dei civici 36/D e 36/F. La decisione suscitò le vibranti proteste dall’associazione Giuni Russo Arte, che in quell’occasione aveva parlato di “scelta infelice che offende la memoria e lede l’immagine di un’artista come Giuni che ha dato onore a Palermo e alla Sicilia”. Alla fine, l’amministrazione fu costretta a ripiegare, tanto che il nome di Giuni Russo scomparve dalla segnaletica e l’incrocio fu infine intitolato all’astrofisica Margherita Hack, scomparsa nel 2013.