Un giovane con disabilità intellettiva è stato investito da un’auto mentre attraversava sulle strisce pedonali, lungo la circonvallazione a Catania. A bordo della vettura c’erano tre adulti. Dopo l’impatto, i responsabili hanno accompagnato il ragazzo davanti alla sede della cooperativa controvento, mettendogli in mano 20 euro e se ne sono andati, senza chiamare i soccorsi. A denunciare l’episodio sulla propria pagina Facebook è una cooperativa Controvento.
“Salvo è ricoverato in ospedale, con fratture multiple e scomposte ai piedi. Non potrà camminare per settimane, non potrà partire per la vacanza che stava aspettando da tempo, insieme ai suoi amici – scrive la cooperativa – Salvo non è un povero ragazzo. È una persona determinata, che da anni lavora per avere una vita autonoma e indipendente, con il sostegno di operatori, educatori, famiglie e della nostra cooperativa”.
Il ragazzo partecipa al progetto Pnrr sull’autonomia, promosso dal comune di Catania in collaborazione con le cooperative partner del territorio, per offrire alle persone con disabilità l’opportunità concreta di costruire il proprio futuro, muovendosi nel mondo come cittadini attivi. “Ma questa autonomia, che tanto fatichiamo a costruire, è fragile – prosegue la cooperativa – Basta un gesto irresponsabile per spezzarla. E a proteggerla non può essere solo chi lavora nel sociale: deve essere tutta la città. A chi era in quella macchina: potete ancora fare qualcosa. Potete scegliere di non voltare le spalle. Potete contattare noi, alla cooperativa Controvento, o la sorella di Salvo, Graziana Capizzello. Assumersi la responsabilità è il primo passo per rimettere a posto le cose”.
E deve fare riflettere. Tutti.
Non è semplicemente un fatto di cronaca. È una questione di coscienza. Della coscienza e della dignità di un’intera comunità.
Il grado di civiltà di una città, e di conseguenza anche della nostra, si misura anche da come protegge e accoglie i suoi cittadini più fragili: chi vive una condizione di disabilità, chi non ha una rete familiare solida, chi ogni giorno affronta una vita in salita.
Davanti a episodi come questo, dunque, il punto non è cercare subito un colpevole da additare ma chiederci verso cosa stiamo andando e quale cultura stiamo contribuendo a costruire per le generazioni future.
Non è retorica, ma responsabilità.
Perché se sappiamo indignarci, giustamente, per la spazzatura in strada, per il traffico impazzito, per la sosta selvaggia, allora dobbiamo indignarci anche, e di più, per chi abbandona un giovane disabile sull’asfalto, lasciandogli in mano qualche banconota, come tentativo di lavarsi la coscienza dopo averlo investito.
Perché in una città moderna, europea, mediterranea e civile non possono essere tollerati né accettati come normali fatti di questa gravità, così come ogni forma di violenza, anche solo verbale, deve essere respinta con assoluta fermezza. È questo il senso che mi spinge a condannare episodi come quello accaduto a Salvo e, nello stesso tempo, a esprimere la mia piena solidarietà e il mio sostegno al sindaco Trantino, recentemente oggetto di gravi e inaccettabili minacce.
E’ necessario un cambio di passo culturale. Umano, prima ancora che politico”.