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Che fine ha fatto il centrosinistra in Sicilia? Sospeso fra vecchi inciuci e un futuro incerto

lunedì 13 Gennaio 2020
pd

La Sinistra in Sicilia batta un colpo. Un commissario regionale, inchieste giudiziarie, fughe dai partiti sono ad oggi i protagonisti della sinistra o del centrosinistra se preferite nell’Isola. Comunque la si pensi c’è una domanda che si aggira per la Sicilia: ma quanto vale esattamente il voto di sinistra? Domanda che se ne porta appresso almeno altre due: ma esiste la sinistra in Sicilia? E se, come sostiene qualcuno, la sinistra o il centrosinistra ha smesso di esistere da tempo, quando è esattamente accaduto? E per colpa di chi? Il sistema Montante e la gestione del governo Crocetta ha inflitto un enorme danno al centrosinistra in Sicilia. Quella che veniva chiamata la rivoluzione di fatto è stato una ‘tragedia politica’ firmata e sottoscritta dalle pagine della Corte dei Conti e dai pm.

La sinistra nell’Isola non ha mai avuto un ruolo maggioritario nella società e soprattutto nelle urne. Ma la storia ci insegna la loro perseveranza dell’inciucio politico. Ricordiamo la collaborazione tra il Pd e il governo di Raffaele Lombardo. E come già preannunciato il mandato di Rosario Crocetta, l’unico politico proveniente dal Pci portato dal voto popolare (e minoritario) a Palazzo d’Orleans, puntuale si riaffaccia il copione della sinistra e dell’inciucio senza vergogna.

Otto sono i deputati del Pd in Ars di cui i maggiori esponenti del gruppo: Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo, non sono tempi ‘frizzanti’ per loro. L’ex assessore all’Agricoltura per un pugno di voti è riuscito ad ottenere l’ennesimo mandato a Palazzo dei Normanni al posto di un giovane politico – Fabrizio Ferrara – che ad oggi milita al consiglio comunale con Forza Italia dopo aver salutato il partito di Zingaretti. Per Giuseppe Lupo pende un rinvio a giudizio in un processo che sta facendo discutere tutta Italia. Ossia quello in merito all’ex magistrato Silvana Saguto. Aule di tribunale vissute anche dall’ex assessore all’agricoltura Cracolici attraverso l’inchiesta sulle cosiddette spese pazze all’Ars. Ma i due ad oggi come niente fosse fanno opposizione insieme al movimento 5 stelle.

Un ‘compagno’ che ad oggi siede alla Presidenza della commissione Antimafia ed è a capo del gruppo Misto è Claudio Fava. Alle elezioni del 5 novembre 2017 Fava come candidato presidente ottiene il 6,10%. Il giornalista catanese potrebbe essere il possibile candidato alla presidenza della Regione da pezzi della sinistra e del movimento 5 stelle. Ma oggi si parla solo di ipotesi.

Ciò che è certo sono i numeri sconfortanti dei tesseramenti del Pd in Sicilia. Circa ottomila in tutta la Regione. Qualcuno pensa ad un errore di calcolo ma al momento anche se i risultati non sono definitivi hanno fatto terrore a chi ancora in questo partito ci crede. Partito che come sostiene Zingaretti ha poca vita e verrà tramutato in qualcos’altro.

Conzala comu voi sempre cuccuzza è” diceva un vecchio detto siciliano. “La campagna per il tesseramento, che in Sicilia ha preso il via ad ottobre, si è svolta all’insegna di novità rilevanti sia per i meccanismi di garanzia attivati per evitare pacchetti di tessere sia per le regole chiare slegate da logiche di parte che hanno consentito l’apertura di un dialogo per tornare ad essere un punto di riferimento per la società siciliana“. Ha affermato il commissario del Pd in Sicilia Alberto Losacco il giorno della chiusura del tesseramento (7 gennaio ndr).

Il nuovo anno porterà il congresso e l’elezione del nuovo segretario del Pd e dei nuovi organismi provinciali. Adesso si comincia a ragionare sulle regole stesse del congresso: la linea è ancora lasciare che a pronunciarsi siano i soli iscritti, ma fra i dirigenti dem inizia anche a circolare l’ipotesi di primarie aperte a tutti. Ufficialmente l’unico a candidarsi alla segreteria del partito in Sicilia è Antonio Ferrante. Ma altri dem di area ‘franceschini’ scaldano i motori: come Antony Barbagallo. L’ex assessore al Turismo è sostenuto dall’ex segretario Fausto Raciti e l’ex responsabile organizzativo Giuseppe Rubino. Ma numerosi dirigenti democratici vorrebbero continuare a puntare su Teresa Piccione. l’Ex deputata che allo scorso congresso sfidò Davide Faraone (oramai migrato ad Italia Viva) prima di ritirarsi ingaggiando una lunga battaglia di ricorsi sfociata nel commissariamento. Ma la corsa per la segreteria dell’Isola ha interesse anche nel versante orientale, ed esattamente a Messina. Anche il deputato a Roma ed ex rettore dell’università dello Stretto scalpita per il posto da segretario in un partito che forse non esisterà più: Pietro Navarra.  Quanto basta per chiederselo di nuovo: quanto vale esattamente il voto di sinistra o di centro sinistra in Sicilia?

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