Tra qualche giorno si farà sul serio. Le Europee, unico tagliando, almeno in teoria, tra la sessione delle Politiche e delle Regionali del 2022 e il prossimo momento di verifica, è il test con cui tutti si conteranno, lista per lista da qui al 2027. L’alchimia dell’iper motivazione alla ricerca del miglior risultato possibile non blinda nessuno dei signori del voto rispetto alla fatica che occorrerà fare per conquistarlo.
Essendo rimasta questa una delle poche consultazioni senza “bloccati”, eletti per procura di simbolo o rappresentanti graditi alle segreterie dei piani alti della politica nazionale e regionale, è quindi pienamente comprensibile il grande traffico degli ultimi giorni e anche quello della prossima imminente striscia temporale che separa i partiti dalla definizione delle liste. Si corre per guadagnare una posizione di vantaggio tra i partner di coalizione. Servirà a tutti, nessuno escluso, per i sottogoverni ancora in ballo e per la leadership futura.
Ma, forse è bene ricordarlo, l’algebra dei numeri, anche dalle nostre parti non risolve da sola, spigolature, contraddizioni, rapporti di forza e quanto altro esula dalla dimensione muscolare della politica “usa e getta” che nelle ultime settimane ha fatto mostra di sè agli occhi di chi ancora si diletta con le vicende della politica.
La Sicilia delle urne è la stessa dei treni e delle autostrade in cerca d’autore, del caro-voli a cui il governo regionale sta pure volgendo uno sguardo attento, della crisi idrica e degli sprechi; dei rifiuti “ballerini” in giro per l’Europa. Rimane la stessa Isola della sanità in crisi nelle aree interne e quella in cui lo spopolamento è l’unica costante senza fluttuazione degli ultimi dieci anni.
Nè da queste premesse debbono gioire più di tanto i populisti del rimbalzo del problema, quelli cioè che cercano l’imbeccata dall’inerzia delle soluzioni che mancano perché non hanno un modello alternativo da presentare alla platea degli elettori da portare dalla propria parte.
Auspichiamo dunque regole d’ingaggio certe, niente colpi sotto la cintura ma soprattutto un bisogno di ritrovata lealtà nei confronti dei siciliani.