Giuseppe Cusimano, 37 anni, arrestato oggi nel blitz antimafia a Palermo con l’accusa di essere al vertice del clan dello Zen, in un’intervista dello scorso aprile a proposito dei pacchi con cibo per i poveri, aveva detto: “La mia è stata un’azione caritatevole con l’associazione padre Pio dello Zen e con altre di diversi quartiere: raccogliere la spesa per persone che hanno bisogno. Non ho imposto nulla, non volevo dimostrare nulla se non fare un gesto buono in questo momento in cui alcune persone non hanno neanche un euro per mangiare”. Cusimano, sposato con tre figli, è fratello di Nicolò con condanne per droga e mafia, l’ultima a 8 anni per associazione mafiosa.
Durante il lockdown in via Luigi Einaudi, allo Zen, erano stati distribuiti sacchetti colmi di generi alimentari per sua iniziativa. “Ho un precedente penale per lesioni a un poliziotto – diceva Cusimano – Ero giovane e ho pagato. Non ho mai visto questo Lo Piccolo e con Serio (due mafiosi ndr) è possibile che ci siamo visti: nel quartiere ci conosciamo tutti. Poi io vendo bombole di gas potrei avergliene portata una a casa”.
“Sono stato contattato da un mio amico dell’esercito – ha raccontato – che mi ha chiesto una mano per chiedere ai negozianti se potevano donare qualche aiuto alimentare. Noi vendevamo bombole allo Zen portavamo gas in tutte le case. L’ho chiesto anche sulla mia pagina Facebook che è pubblica. Ho chiesto anche 5 euro agli amici sempre pubblicamente. Nessuna imposizione e nessuna prova di potere. Io ho un deposito di bombole e un distributore di benzina. Sono arrabbiato perché mi accusano di aiutare la gente per mafia“.
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