Via libera alle proroghe per tutto il 2022 e per tutto il personale in frontiera anti covid (amministrativi compresi). E’ quanto ha deciso la Regione per dare risposta alle esigenze del territorio ed a chi opera instancabilmente da due anni nei presidi delle 9 province. Una circolare che tiene in considerazione sia le indicazioni del governo nazionale che della necessità di non abbassare comunque la guardia.
Dal 31 marzo cessa lo stato d’emergenza scattato nel 2020 con la pandemia. Chiudono i Cts e le strutture d’emergenza ma a chiedere certezze è il personale a vario titolo impiegato in due anni di lotta al covid. In Sicilia sono quasi 9 mila persone alle quali la Regione ha dato risposta con un atto d’indirizzo dell’assessore regionale alla salute Ruggezo Razza e del dirigente generale del Dipartimento Pianificazione strategica Mario La Rocca e trasmesso alle Asp, al Cefpas ed alle sigle sindacali.
Tutti i rapporti di lavoro collegati alle strutture d’emergenza Covid sono prorogati fino al 31 dicembre 2022.
L’aumento dei casi e l’aumento dell’incidenza, ha spinto l’assessorato a valutare la necessità di mantenere, sia pure in una prospettiva di rimodulazione, le strutture create per il contrasto al Covid-19, come indicato nella specifica recente circolare emessa dal commissario straordinario nazionale Figliuolo. La circolare quindi punta a “recepire le norme nazionali e le direttive di non smantellare tutto visto che è in atto un aumento di casi che induce alla cautela. Anche il Decreto Legge del governo nazionale invita alla cautela fino al 31 dicembre.
Punto di partenza è quindi la decisione previa “analitica ricognizione del fabbisogno e comunque sulla base delle esigenze organizzative presenti nelle diverse realtà aziendali e fermo restando che deve essere comunque mantenuto un presidio adeguato di personale che in caso di necessità possa far fronte con immediatezza a un possibile riacutizzarsi dell’emergenza pandemica” quella di prorogare i rapporti in essere fino al 31 dicembre 2022 anche attraverso una loro rimodulazione oraria, nei limiti di capienza dei fabbisogni di personale.
Se già il governo nazionale aveva dato il via libera per la proroga (i contratti scadevano a fine marzo) per medici, specializzandi e infermieri, la novità introdotta dalla direttiva dell’assessore Razza riguarda gli amministrativi e gli informatici che sono diventati indispensabili per la macchina organizzativa che in 2 anni ha fronteggiato la pandemia.
Per quanto riguarda i medici e il personale sanitario quindi c’è il via libera alla proroga fino a fine 2022. Eventuali rimodulazioni di orari saranno decisi localmente in base alle esigenze. Inoltre dal primo luglio 2022 al 31 dicembre 2023, si potrà procedere con i percorsi di stabilizzazione attraverso concorsi sempre in base al fabbisogno del territorio. Ai bandi potrà accedere chi ha almeno 18 mesi di servizio (in periodo pandemico), anche non continuativi dei quali almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.
Per quanto riguarda i non specializzandi e il personale non medico le Asp potranno attivare in house, di concerto e con il supporto del CEFPAS, i corsi formativi per il riconoscimento dell’attestato di Emergenza Sanitaria Territoriale. Questi corsi potranno esser finalizzati a potenziare le attività di ausilio e supporto presso le strutture di emergenza urgenza e le Centrali operative del 118. La ricognizione di questo tipo di personale dovrà essere fatta e comunicata entro il 25 marzo.
Ci sono infine gli amministrativi, gli informatici ed il personale non sanitario che è risultato “imprescindibile al fine del costante espletamento di tutti gli adempimenti”. Essi alimentano infatti il sistema di sorveglianza dei dati, quello di segnalazione dei positivi e la registrazione delle vaccinazioni.”.
Spetterà alle singole aziende la rimodulazione oraria e la valutazione delle proroghe in base ai fabbisogni. Le aziende dovranno comunque compiere un’autonoma valutazione in ordine alle proroghe. Nel frattempo le aziende sanitarie ed ospedaliere dovranno realizzare una ricognizione dei fabbisogni.
In quest’ottica l’assessore Razza attraverso la circolare richiede alle Aziende sanitarie di “attivare appositi tavoli di confronto sindacali al fine di condividere il percorso di stabilizzazione e internalizzazione del personale aventi i requisiti previsti dalla vigente normativa, nonché di valorizzazione, con appositi atti regolamentari, del servizio prestato dal personale non medico contrattualizzato tramite collaborazioni coordinate e continuative o altre forme di contratti flessibili”.
L’assessore Razza ed il direttore generale La Rocca fissano però un punto: “Al fine di consentire un ripristino delle ordinarie attività di reclutamento dall’esterno – si legge nella direttiva – nel periodo infra descritto, codeste Aziende in indirizzo dovranno procedere all’indizione di apposite procedure selettive per la formulazione graduatorie, anche a tempo determinato”.
Le selezioni dovranno rispettare la programmazione aziendale approvata e la sostenibilità economica risultante dai bilanci aziendali. Per i precari, conclude la direttiva, si potranno prevedere requisiti specifici di valutazione che valorizzino il servizio prestato durante l’emergenza pandemica.
direttiva Razza La Rocca