Il tema della riscossione dei tributi negli Enti Locali e’ divenuto centrale con la pandemia. Nel 2020 i Comuni italiani hanno registrato 4,6 miliardi di euro in meno di entrate rispetto all’anno precedente. Di questi, 2,44 miliardi legati alla diminuzione delle entrate tributarie.
I dati sono stati resi noti durante il seminario on line organizzato dall’Anci Sicilia su ‘Criticita’ e possibili soluzioni per una piu’ efficiente gestione della riscossione dei Tributi Locali in Sicilia‘. Per fare qualche esempio, “particolarmente rilevante risulta la perdita inerente la tassa per lo smaltimento rifiuti, che ha fatto registrare minori incassi per oltre un miliardo, con un calo del 17,6% rispetto al 2019″ a livello nazionale. Una contrazione che vede particolarmente penalizzati i Comuni del Sud e delle Isole. Per l’Italia Insulare, la riduzione entrate tributarie e’ pari al -10,8% e per le extratributarie si registra un meno 14,3%.
Per coprire tali ammanchi, lo scorso anno sono stati garantiti 250 milioni di euro sotto forma di aiuti statali divisi tra tutte le citta’ italiane, mentre e’ in corso la definizione e quantificazione di tali misure per il 2021, anche in attesa dei dati che devono essere forniti dagli enti locali.
La Corte dei Conti evidenzia la “opportunita’ dell’intervento previsto sulle entrate locali“, cioe’ la necessita’ che lo Stato conceda nuove risorse ai Comuni “per evitare che l’emergenza sanitaria, economica e sociale possa evolvere in situazioni di crisi finanziaria locale con conseguenze pesanti sulla finanza pubblica”.
Per il presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando: “Il tema delle gestione dei tributi degli Enti Locali e’ una spia di tante criticita’. Quello che sta emergendo non e’ il sovraindebitamento, ma anche il sovraccreditamento. Ovvero – ha spiegato Orlando – la circostanza che i Comuni hanno un eccesso di crediti che non riescono a riscuotere ed e’ una condizione che non si risolve con il dissesto o il fallimento come nel caso del sovraindebitamento. Il tema sta diventando di una enorme gravita’ specie alla luce delle nuove sentenze della Corte dei conti che ha bloccato la dilazione dei debiti per i comuni in sovraindebitamento. C’e’ il panico tra i Comuni che ha causato un primo rinvio al 31 maggio per l’approvazione dei bilanci e un probabile successivo rinvio”.
Anci Sicilia promuove l’adozione di quattro norme per risolvere la situazione: la possibilita’ di riscossione della Tari attraverso il pagamento delle fatture dell’energia elettrica con una quota variabile da inserire in bolletta e una quota da riscuotere per i Comuni. L’associazione nazionale dei Comuni chiede anche l’allentamento dei vincoli di spesa e la possibilita’ per i Consigli Comunali di derogare ai limiti di spesa.
Ma anche la possibilita’ di utilizzare i fondi vincolati. “Sono norme – ha aggiunto il presidente dell’Anci Orlando – che abbiamo presentato ad Anci e governo nazionale. Abbiamo ottenuto una qualche attenzione da parte del Governo nazionale che si avvia a rinviare al 31 luglio i termini di approvazione dei bilanci, ma in questo modo si sposta solamente il problema in avanti”.
In questa ottica, il sindaco di Palermo ha chiesto “un tavolo sulla finanza locale per la Sicilia. Ci troviamo – ha sottolineato ancora Orlando – con un’autonomia regionale e con norme nazionali che vanno da una altra parte. La Regione legifera e queste norme vengono impugnate dallo Stato“. Tra le proposte messe in campo dalla Regione c’e’ anche l’ipotesi dell’affidamento ad un aggiudicatario esterno il servizio di riscossione dei Comuni siciliani. Ma ancora la gara per individuare l’aggiudicatario non e’ stata redatta. Gli Enti potranno (in maniera facoltativa) fare ricorso al soggetto individuato dalla Regione.
“Alla luce di questo quadro drammatico – ha spiegato Angelo Cuva, docente di Diritto Tributario all’Universita’ di Palermo – legato al contesto emergenziale, appare ancora piu’ urgente e indifferibile un radicale intervento di ricostruzione dell’intero impianto dell’autonomia finanziaria municipale che ne faccia risorgere la sua identita’ da quelle che sono state correttamente definite ‘le macerie dell’inattuazione della Legge 42/2009’ (Legge Delega) che ha minato l’essenza stessa del federalismo fiscale municipale”.
“In questo particolare momento – ha concluso Cuva – nel quale l’Europa mette a disposizione delle risorse straordinarie, ma nel contempo ci chiama a realizzare delle riforme, bisogna richiedere con forza delle modifiche sostanziali al sistema della fiscalita’ locale ed all’autonomia finanziaria dei Comuni sospendendo e rivedendo – come accade per gli Stati membri – alcune regole relative ai vincoli finanziari e di bilancio. Si pensi, tra gli altri, ai criteri di determinazione del Fondo crediti di dubbia esigibilita’ che determina gravi difficolta’ per l’equilibrio dei bilanci comunali e che da strumento virtuoso paradossalmente puo’ trasformarsi in una causa di una nuova patologia incurabile”.