“La Corte dei Conti continua a certificare ciò che i siciliani vivono ogni giorno: una Regione paralizzata, incapace di pianificare, gestire e garantire servizi essenziali”.
E’ quanto dichiara il capogruppo all’Ars del Pd, Michele Catanzaro, dopo l’ennesimo documento della magistratura contabile che fotografa una realtà fatta di “ritardi, omissioni e scelte politiche fallimentari nella gestione idrica in Sicilia“.
“La convocazione a settembre di un contraddittorio formale con la Regione Siciliana e le parti interessate – dice Catanzaro – non è affatto una formalità, ma un momento della verità per un governo che ha ignorato per anni le proprie responsabilità”.
La Corte dei Conti negli ultimi mesi con due dossier distinti, uno sul ciclo dei rifiuti e l’altro sulla crisi idrica, ha evidenziato gravi criticità strutturali, ritardi cronici e inefficienze sistemiche che compromettono due servizi che per i cittadini sono fondamentali. E chiede conto di anni di immobilismo, di piani mai attuati, di infrastrutture lasciate al degrado, compresa la gestione dei tanto declamati dissalatori, prima abbandonati e poi rilanciati, in entrambi i casi con costi elevatissimi per le casse pubbliche.
“In tutte le relazioni – continua Catanzaro – emerge l’assenza di una visione strategica, di sistemi che anziché servire i cittadini, generano emergenze. La Corte è chiara – la siccità non è l’unico colpevole: il vero deficit è di programmazione e di governance. Per cui – conclude Catanzaro – il governo Schifani non può più nascondersi dietro la burocrazia come fa di frequente. È tempo di assumersi le proprie responsabilità, di rispondere alle istituzioni e soprattutto ai cittadini. E’ tempo di trasparenza, risposte e un cambio di rotta. La Sicilia merita una gestione all’altezza delle sue sfide”.