Fa un bilancio di quattro anni di legislatura citando alcune azioni portate avanti dal suo governo e rivendicando di “avere salvato la Sicilia che schiava il dissesto” Rosario Crocetta presentando, a Palermo, la sua nuova creatura “Riparte Sicilia” che si prefigge di raggruppare movimenti, circoli e singoli cittadini nell’alveo di un progetto autonomista “e non di grande coalizione”, “per rivincere le elezioni”. Assieme a Crocetta, nel nuovo comitato elettorale, il senatore Pd Beppe Lumia, il vice presidente della Regione Mariella Lo Bello e alcuni fedelissimi del governatore.
“Lavoriamo per impedire la scissione nel Pd e per raggiungere una maggiore unità, io non ho mai fatto parte di correnti”. Inaugurando il primo circolo di #RiparteSicilia, in via Mariano Stabile 171, a Palermo, Crocetta spiega che «#RiparteSicilia non è il solito partitino, è un movimento totalmente siciliano dove si partecipa come soggetti e non c’è un direttorio. Daremo vita a una rete di movimenti mettendo al centro la Sicilia, che intendiamo difendere. Stiamo mettendo insieme uomini e donne di questa Sicilia che hanno una storia: da Valeria Grasso a Sonia Alfano, da Maria Grazia Brandara a Mariella Lo Bello. Partiamo da una rete diffusa di movimenti. La Sicilia non può essere subalterna a interessi romani». Una rete di movimenti, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa, che puntano «alla difesa dell’autonomia e dell’identità siciliana, in termini democratici e progressisti. Il movimento non vuole essere un altro partito – ha puntualizzato Crocetta – ma qualcosa che parte dal basso con un concetto di democrazia fortemente partecipata e decentrata”.
“Il Megafono non si estingue, dobbiamo lavorare per una grande intesa autonomistica. Noi siamo vincenti e possiamo rivincere le elezioni. Della Sicilia si deve cominciare a parlare bene”, ha aggiunto, enunciando i risultati ottenuti dal Governo regionale. “Se questi dati fossero stati raggiunti dalle altre regioni – ha sottolineato -, queste sarebbero state esaltate dalla stampa nazionale, considerate come modello. Invece siamo rappresentati spesso come regione canaglia. Noi ci opponiamo a questa visione e diciamo no alla rappresentazione dei siciliani-canaglia”.