Assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, ci sono riforme in cantiere nell’ambito delle Politiche sociali?
“Siamo impegnati nel dare risposte ai cittadini, lo abbiamo fatto negli scorsi mesi con diverse iniziative: dai bandi per contrastare la povertà, all’istituzione della Rete regionale per la protezione e l’inclusione, dai corsi di formazione per assistenti sociali, dagli interventi di inclusione di persone sorde alla regolare erogazione dei fondi per i disabili gravissimi. Una delle prossime novità è l’apertura di uno sportello per le Pari opportunità, presso il centro per l’impiego a Palermo, aperto alle persone con disabilità, giovani con disagio, donne vittime di violenza e migranti. Lo sportello, raggiungibile anche con collegamenti da remoto, offrirà un percorso di sostegno per l’individuazione delle competenze e la scelta dell’inserimento lavorativo per questi soggetti”.
In Sicilia ancora troppe poche donne lavorano, molte sono inattive. Un dato sconfortante e siamo nel 2024. A suo avviso cosa non va? E’ solo mancanza di lavoro, o spesso le donne sono costrette a scegliere se lavorare o fare le mamme? Cosa può fare la Regione per incrementare il livello di occupazione femminile?
“Ancora tante donne trovano ostacoli nel realizzarsi professionalmente, sono minacciate da condizioni di indigenza, oppresse da forme di violenza, sono gravate da pesi supplementari, talvolta difficilmente sostenibili, tra il lavoro e la cura della famiglia, sono sottopagate o escluse da un’occupazione stabile benché capaci e meritevoli. Siamo impegnati per la tutela e i diritti di tutte le donne e sono diverse le azioni già messe in atto e che riguardano molteplici tematiche: dal contrasto della violenza sulle donne agli interventi in favore dell’occupazione femminile, con particolare riguardo alle fasce più disagiate. Ad esempio, abbiamo finanziato nuovamente il reddito di libertà rivolto alle donne vittime di violenza e ai loro figli, al fine di favorire l’affrancamento dalla situazione di violenza e favorirne l’indipendenza economica, l’occupabilità o la creazione di un’attività di impresa. E ancora, abbiamo previsto investimenti nelle strutture dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, incentivando così anche le neo mamme ad affidarsi agli asili e proseguire la propria carriera professionale. Occorre lavorare tutti insieme e proseguire il percorso storico iniziato dalle manifestazioni operaie: dobbiamo impegnarci contro tutte le forme di sfruttamento e violenza nei confronti delle donne, in qualsiasi campo e settore della vita familiare e sociale, e impegnarci per rimuovere gli ostacoli che – come ci ricorda la Costituzione -, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo di ogni persona umana, con particolare attenzione sul mercato del lavoro dove le condizioni delle donne italiane sono ancora critiche e il tasso di occupazione femminile è insoddisfacente, soprattutto se paragonato agli altri Paesi europei”.
Le Ipab siciliane sono destinate a scomparire, oppure c’è un piano per rimetterle in funzione?
“Sia io che i miei predecessori abbiamo presentato diversi disegni di legge con notevoli difficoltà per quanto riguarda la copertura finanziaria. Purtroppo, i tempi lunghi dei percorsi normativi non sono compatibili con la trasformazione e le esigenze collettive: i ddl pensati oggi, infatti, non si rivelano produttivi domani. I lavoratori, nella stragrande maggioranza, non ricevono stipendi da anni e moltissime strutture sono chiuse con un deterioramento insanabile. Pensare di rilanciarle è impossibile perché per mettere tutto in regola occorrerebbero eccessive risorse. Siamo in presenza di grandi strutture che potrebbero accogliere tanti disabili, anziani e bambini, ma che oggi sono fuori contesto e non competitive dato che le norme di legge consentono giustamente che le comunità alloggio possano accogliere un numero contenuto di utenti per offrire migliori servizi. Ritengo che bisogna immettere gli immobili nel libero mercato dando la precedenza d’acquisto agli enti pubblici e ai Comuni e, con i soldi delle cessioni, procedere alla liquidazione dei debiti, in primis quelli dei lavoratori. Occorre poi regolarizzare le posizioni contributive presso l’Inps per far sì che molti lavoratori in età pensionabile possano accedervi e, cosa più difficile, cercare una soluzione per il ricollocamento del personale attivo. Diversamente, continueremo ad assistere ad un patrimonio immobiliare in continuo deterioramento, non più utilizzabile e senza valore di mercato, al mancato pagamento di ulteriori mensilità ai dipendenti che di fatto non espletano alcun servizio e che non possono godere della cassa integrazione, e ad una crescita continua di debiti con responsabilità anche di carattere penale per la mancata messa in sicurezza degli immobili, assenza di vigilanza, perdita di valore. Il governo regionale ha cercato di risolvere alcune delle problematiche sopra evidenziate e, in particolare, quelle legate al pagamento delle integrazioni stipendiali e agli oneri previdenziali del personale dipendente delle Ipab, alla regolarizzazione contributiva delle posizioni previdenziali dei dipendenti degli Istituti definitivamente inattivi. La sensibilità sul tema non manca, ma è chiaro che non ci saranno soluzioni a lungo termine”.
Vertenza ex Blutec di Termini Imerese, il Pd ha espresso perplessità e preoccupazioni in merito all’offerta di Pelligra, in particolare sul destino dei lavoratori. Per quest’ultimi ci sarà una possibilità di riscatto contrattuale, o saranno i prossimi disoccupati?
“Si tratta di una situazione complessa quella dei lavoratori ex Blutec che va affrontata con una soluzione articolata e sistemica. Come ho già detto, l’assessorato del Lavoro della Regione Siciliana farà per intero la propria parte mettendo a disposizione le risorse previste, che ammontano a 30 milioni di euro, sia per le politiche passive che per quelle attive necessarie a far ripartire il ciclo produttivo. Abbiamo già avviato le interlocuzioni per definire un programma di utilizzo delle risorse di concerto con il ministero del Lavoro, supportato dall’agenzia Sviluppo Lavoro Italia, e con le parti sociali. Adesso ci aspettiamo la disponibilità da parte di tutte le istituzioni coinvolte per un proficuo utilizzo delle risorse che abbiamo riprogrammato per la definitiva risoluzione di questa lunga vertenza”.