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Il dossier del Servizio bilancio

Ddl Partecipate, per gli uffici Ars servono correttivi: alcune norme sarebbero a rischio impugnativa

martedì 11 Marzo 2025
Assemblea regionale siciliana

Alcune norme del disegno di legge 738 Stralcio II Comm bis, che riguarda le norme in materia di società a partecipazione regionale, sarebbero a rischio impugnativa. E’ quanto emerge dal dossier del Servizio bilancio dell’Ars, tant’è che gli uffici consigliano correttivi al testo.

Il ddl, esitato dalla commissione Bilancio dell’Ars e pronto per l’aula, interviene sui compensi dei componenti degli organi delle società partecipate della Regione e incide sui criteri di selezione degli amministratori investiti di particolari cariche. Gli uffici dell’Ars ricordano che sulla disciplina di questa materia la Corte Costituzionale nella sentenza 191 del 2007 e nella recente sentenza 197 del 2024 “ha ritenuto prevalente la materia dell’ordinamento civile tutte le volte in cui la disciplina delle società a partecipazione pubblica è volta a regolare aspetti eminentemente privatistici, connessi al rapporto negoziale che si instaura tra le società a controllo pubblico e un’ampia platea di soggetti dovendosi far fronte all’esigenza di apprestare una disciplina uniforme a livello nazionale”.

Sui compensi degli amministratori dunque la materia attiene alla competenza esclusiva statale in tema di “ordinamento civile”. E il decreto legislativo 175 del 2016 “prevede, limitatamente alle società a controllo pubblico, l’emanazione di un apposito decreto ministeriale del Mef, fermo restando che, nelle more della sua emanazione, trova applicazione il limite di spesa, ossia “il costo annuale sostenuto per i compensi degli amministratori di tali società, ivi compresa la remunerazione di quelli investiti di particolari cariche, non può superare l’80 per cento del costo complessivamente sostenuto nell’anno 2013”.

“Non essendo stato emanato il predetto decretoscrive il Servizio di bilancio dell’Ars si consiglia, semmai, al fine di mitigare il rischio di possibili impugnative, in ragione della protratta inerzia nell’emanazione da parte del Mef del decreto e per di rendere coerente il perimetro di applicazione della norma, di inserire nella disposizione una clausola di cedevolezza (fino all’entrata in vigore del decreto del Mef) e di fare un riferimento al predetto tetto di spesa individuato dalla normativa”.

Stesso avvertimento, sottolineano gli uffici, vale per la norma sui requisiti soggettivi che debbono possedere gli amministratori investiti di particolari cariche. Altri rilievi riguardano le coperture e la deroga sulla riduzione della spesa, su quest’ultimo aspetto gli uffici dell’Ars ritengono che la decisione debba essere politica e dunque fatta dalla giunta o dall’assessore competente.

Assessore Dagnino: “Presentato l’emendamento che recepisce le osservazioni del Servizio studi”

“Dopo un proficuo confronto in commissione Bilancio, ho presentato stamattina un emendamento di riscrittura del testo della riforma sui compensi delle partecipate, che chiarisce ulteriormente lo spirito della riforma stessa alla luce delle osservazioni formulate dal Servizio studi dell’Ars, che ringrazio unitamente al presidente della commissione e a tutti i componenti, per il costante contributo finalizzato al miglioramento della qualità della normazione regionale”. A dichiararlo è l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino a margine dell’odierna seduta della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana.
Alessandro Dagnino
“Con la nuova formulazionespiega Dagninoche lascia inalterata la sostanza della disciplina concepita dal governo, ispirata a una maggiore efficacia dell’azione delle società partecipate, si specifica che la stessa non interferisce con l’ordinamento civile, che è di competenza dello Stato, ma stabilisce le modalità di esercizio dei poteri del socio in sede di deliberazione assembleare, nell’ambito della legislazione sull’ordinamento degli uffici e degli enti regionali spettante alla Regione. Questa modalità di intervento è già stata avallata dalla Corte costituzionale in un precedente del 2022 riguardante la Valle D’Aosta. È stato anche chiarito che la riforma è da intendersi a invarianza di spesa per la Regione”. 
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