“Il Parlamento siciliano, senza offesa per nessuno, mi sembra ormai un Parlamento di “zombie”. Arrivo io con argomenti seri e si produce qualcosa di concreto, altrimenti è tutto fermo e non avviene nulla. Tutto procede a ritmi blandi, c’è un clima di appiattimento generale sull’andamento lento del governo Schifani”. La bordata alla maggioranza arriva dal leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca.
Il sindaco di Taormina non usa mezzi termini per lanciare nuove frecciate all’esecutivo di Palazzo d’Orleans e in un’intervista a ilSicilia.it fa il punto della situazione, anticipa le prossime mosse del suo movimento, dopo il “caso Musolino”, spiega gli obiettivi dalle elezioni suppletive per il Senato del 22 e 23 ottobre e le Europee del 2024.
De Luca è diventato in queste settimane un “brianzolo” con l’attenzione rivolta alla corsa per il Senato. Perchè scegliere Cateno De Luca nel Collegio di Monza-Brianza? “Perché De Luca è l’unica alternativa politica credibile che c’è fuori dai due poli e oltre i cinque stelle. Il centrodestra ha fatto promesse che non può mantenere e sta subendo l’onda di ritorno di quelle cose che non si possono fare. Ad esempio come il blocco navale sui migranti, che tutti sapevamo era impossibile da realizzare. A Monza, intanto, abbiamo l’obiettivo di partenza di superare il 10% complessivo ottenuto da Renzi e Calenda in quel collegio il 25 settembre 2022. Ma, chiaramente, ci proponiamo per provare a vincere. I sondaggi ci danno in crescita, ora andiamo al rush finale”.
Ma intanto a Palermo, all’Ars, che succede? “In questo momento – spiega De Luca – non accade nulla perché l’Ars è paralizzata, fa i conti con un governo che non porta in aula provvedimenti importanti da discutere e da votare. Noi cerchiamo di fare la nostra parte ma dall’altra parte c’è un governo che non ce la fa a governare, non porta in aula provvedimenti importanti e soffre i continui scontri tra i vari partiti e all’interno dei partiti stessi. A mio avviso questo clima è anche una mancanza di rispetto verso i cittadini siciliani che chiedono alla politica di affrontare i problemi della nostra terra e di farlo nelle sedi opportune, non con le chiacchiere sui giornali, i selfie e i tagli di nastro. Così non va, non è De Luca che lo dice ma la realtà che è sotto gli occhi di tutti”.
L’uscita della senatrice Musolino da Sud chiama Nord ha scatenato gli anti-deluca, che allargano il discorso ad altri precedenti addi e dinamiche anche di queste ore (da Carlotta Previti a Salvo Geraci ai due consiglieri di Partinico): sono tutti segnali di una crisi?
“La narrazione di De Luca in crisi non mi preoccupa. Mi hanno dato per “morto” non so quante volte, i fatti hanno raccontato altro. Nella mia vita ho dovuto subire due arresti e ho avuto ragione in 18 processi. Lo voglio dire con un chiaro messaggio ai nostri “nemici”: non esiste crisi e lo dimostreremo. I nostri sostenitori sono al nostro fianco, come prima e più di prima; Non ci preoccupano le vicende di “compravendite” politiche in atto a vari livelli. Il “caso Musolino” rafforzerà Sud chiama Nord ed è stata semmai, intanto, la “morte” politica di Renzi. Anche Letizia Moratti ha lasciato il tavolo dei centristi perché non c’era più De Luca. Lo “scippo” nei nostri confronti non ci ha indebolito e ha distrutto Renzi. Lo vedrete che avrò ragione anche su questo. Ad ogni modo, per quanto ci riguarda, dopo le suppletive del Senato, in vista delle Europee lavoreremo ad un rafforzamento del movimento, in Sicilia e nelle altre regioni. Faremo una riflessione e ragioneremo sull’organizzazione di Sud chiama Nord. Come? Ci muoveremo nei territori, comune per comune, andremo dalla gente, come abbiamo fatto sempre”.
Infine, due “nemici” storici di De Luca. Mentre “Scateno” corre per il Senato a Monza e “attacca” il centralismo romano, due big della politica siciliana, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, stringono intese sull’asse Roma-Palermo: “Lombardo – dichiara De Luca – già il 25 settembre 2022 è rimasto “bruciato” dal rapporto con la la Lega, che non lo ha candidato in parlamento, ora riprende quel percorso e ci riprova perché non ha altre chance. Cuffaro invece si è collegato a Renzi e l’ho detto anche nella mia ricostruzione del passaggio di Musolino a Italia Viva che c’entra pure lui in quella vicenda. Le definirei due operazioni politiche di politici che si definiscono “sicilianisti” ma che entrano in contesti che mortificano la Sicilia e i siciliani. Renzi ha tradito tutti e lo hanno mollato tutti, Salvini inneggiava alle eruzioni del Vesuvio e dell’Etna e ancora gioca con il Ponte”.