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Decorazione scultorea e pittorica nella tradizione visiva siciliana, una giornata di studi a Palermo

mercoledì 22 Maggio 2019

Non c’è palazzo, pubblico e privato, né chiesa che in Sicilia non possa vantare apparati decorativi pittorici e scultorei di eccezionale bellezza. Nell’arte siciliana – e questo senza limiti cronologici – la decorazione non è elemento secondario o accessorio, ma diventa parte integrante della narrazione visiva, abolendo, sia fisicamente che concettualmente, la divisione tra pittura, architettura e scultura. Un unicum nel panorama italiano ed europeo.

Dall’epoca normanna al Novecento, nove secoli di dialogo tra le arti sorelle passando per il barocco e il Liberty e fino agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

Se ne parlerà il 30 maggio (dalle 9 alle 18) nel corso di una giornata di studi a cura di Alessandra Buccheri e Giulia Ingarao del dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Sarà ospitata nellAula magna del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali in viale delle Scienze (edificio 4), lì dove Gino Morici, fra gli artisti chiamati a intervenire con pitture murali “per abbellire la Palermo del dopoguerra”, realizzò nel 1961 una importante opera murale.

Sarà illustrato l’affresco di Morici ‘in presa diretta’ insieme ad altre importanti pitture murali del Novecento. Si parlerà anche di apparati scultorei rinascimentali, decorazioni in marmi mischi e allestimenti effimeri.

Sarà ricordato Mario Pecoraino, uno dei maggiori scultori contemporanei siciliani, recentemente scomparso e autore di importanti interventi scultorei come il Monumento ai Caduti della Mafia.

Nella prima parte della giornata sono previsti gli interventi di Luigi Agus, Alessandra Buccheri e Giuseppe Antista dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, Fabrizio Agnello, Università di Palermo, Valeria Viola Università di York. Nel pomeriggio (dalle 15) interventi di Davide Lacagnina, Università di Siena, Alexander Auf der Heyde, Università degli Studi di Palermo, Gabriella Cianciolo, Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, Giulia Ingarao ed Emilia Valenza, Accademia di Belle Arti di Palermo.

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