La Finanziaria regionale è entrata nel vivo, dopo settimane certamente non idilliache. Nonostante la bocciatura della mozione di sfiducia indirizzata al presidente della Regione Renato Schifani, proposta della forze d’opposizione, le crepe all’interno del centrodestra permangono con un “campo largo” incline a dare serio filo da torcere.
Ne parliamo con il vicepresidente vicario dell’Ars e coordinatore regionale del M5S Nuccio Di Paola.
Onorevole Di Paola, la mozione di sfiducia non ha prodotto gli effetti sperati, un suo commento a riguardo?
“La mozione di sfiducia altro non è che la fotografia di cosa pensano i siciliani. Basta recarsi in qualsiasi pronto soccorso della nostra isola e chiedere cosa pensano gli ammalati e gli operatori. Turni massacranti, personale non bastevole, assenza di sedie, letti e barelle e infinite liste d’attesa mentre i manager piazzati dalla politica si ingrassano su comode e laute poltrone decise dalla politica. Parlo della sanità perché mi sta a cuore e perché le cronache giudiziarie e politiche di questi mesi si intrecciano e ci raccontano del ritorno del sistema Cuffaro. Quel Cuffaro che è stato riabilitato ad occuparsi della cosa pubblica proprio dal governo di Renato Schifani. Il presidente della Regione è già stato sfiduciato dai suoi stessi sostenitori”.
Durante la discussione in aula Cateno De Luca ha lanciato “l’ultimatum al campo largo”. Per lei è improbabile un suo coinvolgimento nella coalizione?
“Ho già dato un ultimatum a Cateno De Luca nel marzo 2025, durante la presentazione del suo nuovo movimento ‘Ti Amo Sicilia’. In quella occasione davanti ad una folta platea gli dissi di scegliere da che parte stare, se ritenesse utile cambiare davvero la Sicilia o stare al fianco dei vari Schifani, Cuffaro, Sammartino che gestiscono posti di potere e sottogoverno. Allora, come ho già detto a Cateno, è lui a dover scegliere da che parte stare: oggi la sua scelta di votare la mozione di sfiducia a Schifani, insieme a noi è sicuramente un primo passo. Vedremo se continuerà nel solco di questa scelta”.
Saranno giornate concitanti in Ars per via della Finanziaria, cosa si aspetta?
“Com’era prevedibile, la finanziaria che doveva contenere appena 30 norme snelle e con una visione concreta per i Comuni, le scuole e la viabilità, si è trasformata in un suq dove ciascun deputato della maggioranza avanza le proprie proposte, in barba alle norme generali che dovrebbero dare un impulso alle imprese, ai soggetti fragili, ai trasporti. Ancora una volta la maggioranza sta stravolgendo, peggiorandola, una legge di stabilità senza visione. Per questo abbiamo abbandonato la commissione Bilancio. Presenteremo i nostri emendamenti in Aula. Dimostreremo in quella sede che l’opposizione le proposte le ha, e sono tutte di qualità, a dispetto di quanto dice Schifani”.
Il centrodestra è in panne, crede che il “campo progressista” potrebbe avere la meglio alle Regionali del 2027? Se sì, anche con il coinvolgimento dei “centristi” come accaduto in Campania?
“Il governo Schifani è stato già sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Salvini ha dichiarato che sta pensando ad un altro candidato alla presidenza della Regione, la stessa Forza Italia non ha disdegnato di dichiarare malumori per le scelte del governo regionale. Lo stesso Cuffaro, non dimenticandolo gli scandali che lo vedono coinvolto, pensava alla sua stessa candidatura a presidente. In questo contesto, a perderci sono i siciliani ed il loro futuro che in mano a questi soggetti è tutt’altro che roseo. Il campo alternativo e progressista è l’unica possibilità che hanno i cittadini per mandare a casa queste persone. Tutti a casa, miglioriamo tutto. Nella vita, come nella politica, se una cosa non funziona, si sostituisce. Nessun dottore ha prescritto alla destra di Cuffaro, Sammartino e Schifani di continuare a governare la Sicilia”.
“Sul secondo quesito, aggiungo, non esistono formule prestabilite, o modelli applicabili per tutte le regioni. La Sicilia è una terra che merita amore ed attenzione. In Campania abbiamo presentato ai cittadini un modello credibile, esattamente come faremo in Sicilia. Certamente non esiste la patente da ‘centrista’, esistono persone con idee diverse che verranno valutate anche sulla base del loro operato pregresso dalla nostra coalizione alternativa e progressista alle destre”.
Infine, è favorevole alla scelta del candidato presidente tramite le Primarie?
“Sono favorevole che si faccia una sintesi politica capace di dare risposte ai siciliani. Nel 2022 le primarie in Sicilia hanno diviso l’allora nascente coalizione e di questo dobbiamo fare tesoro. Lavoriamo piuttosto ad un metodo che possa esprimere un candidato ed una squadra in tempi celeri per dare un punto di riferimento forte e credibile agli elettori. Affianchiamo al nome, un programma coraggioso ma attuabile per migliorare le condizioni della sanità, dei trasporti, delle scuole, delle imprese e dare risposte ai soggetti fragili. Convinciamo piuttosto quante più persone possibili ad esercitare il proprio diritto di votare: è nell’astensionismo che proliferano le vittorie delle segreterie politiche. Ai siciliani non servono cose straordinarie, in Sicilia manca la normalità, acqua, strade, scuole, ospedali e condizioni favorevoli per fare impresa e noi siamo al lavoro per realizzarle”.



