Lo SNALS Confsal Università torna a denunciare con forza la persistente mancanza di divise per il personale sanitario e le carenze strutturali del servizio di lavanderia aziendale. Il sindacato parla apertamente di una gestione “scandalosa” e accusa la Direzione Strategica di incoerenza per aver emanato linee guida sul dress code senza fornire ai lavoratori gli strumenti necessari per rispettarlo.
Di seguito la nota integrale:
“Questa scrivente O.S. SNALS Confsal Università intende tornare su una questione già formalmente sollevata con nota prot. 21/GMF/2025 del 04/04/2025 e con reitera con nota prot. n. 28/GMF/2025 del 07/05/2025, relativa alla mancata fornitura delle divise al personale sanitario e all’assenza di un servizio di lavanderia aziendale adeguato.
In quella sede, abbiamo evidenziato come il personale fosse costretto a provvedere autonomamente al vestiario necessario, in palese violazione delle basilari norme di sicurezza, igiene e decoro professionale, nonché delle disposizioni relative alla corretta identificazione del personale. Parimenti grave, la mancanza di un servizio di lavanderia strutturato e tracciabile, ha esposto i lavoratori a rischi di contaminazione estesi anche ai familiari, compromettendo la sicurezza sia degli operatori sia dei pazienti.
In riscontro a tale nota, l’Amministrazione ha comunicato che l’assenza di un contratto per la fornitura di divise sarebbe dovuta alla necessità di “razionalizzazione della spesa” e ha riferito che la Direzione Sanitaria e la UOSD Facility Management erano in fase di studio per l’acquisto delle divise o per l’attivazione di un servizio esterno di lavanolo, dichiarando nel contempo che il nuovo servizio lavanderia risultava attivo da aprile 2024.
Ad oggi, tuttavia, nessuna delle gravi criticità segnalate risulta essere stata effettivamente sanata. Né le divise sono state fornite al personale, né il servizio lavanderia dimostra uno standard di funzionalità e tracciabilità adeguato. Pertanto, la nostra nota del 04/04/2025 rimane pienamente attuale, per l’oggettiva inadempienza dell’Amministrazione.
In tale contesto di disattenzione e ritardi, sorprende non poco la recente emanazione, da parte della Direzione Strategica, della circolare prot. n. 38556 del 23/06/2025 avente ad oggetto: “Linee guida sull’adozione del dress code per tutto il personale aziendale – Rif. Procedura Aziendale DSP/104”, e stranamente non firmata dal Direttore Amministrativo.
Tale documento, nel richiamare requisiti di pulizia, ordine, decoro e professionalità nel vestiario, risulta non solo incoerente ma persino grottesco, alla luce del fatto che l’Azienda continua a non fornire alcuna divisa a gran parte del personale, e che l’attuale sistema di lavanderia risulta inadeguato e non sufficientemente strutturato per coprire in modo efficiente tutte le UU.OO.
Siamo di fronte a un approccio che potremmo definire schizofrenico, in cui da un lato si pretende rigore formale e conformità estetica, mentre dall’altro si omette di garantire i mezzi essenziali per adempiere a tali prescrizioni.
Pertanto, si ribadisce con forza quanto già richiesto:
L’immediata fornitura di divise a tutto il personale sanitario e assistenziale, con congruo ricambio anche al fine di evitare delle implicazioni legate al rischio clinico.
La piena implementazione di un servizio di lavanderia ospedaliera interno o esternalizzato ma tracciato, efficace, e realmente operativo.
L’applicazione coerente delle norme sul decoro, solo dopo aver messo in condizione i lavoratori di rispettarle.
In attesa di un riscontro puntuale e risolutivo, si rinnova la richiesta urgente di incontro, già avanzata nella precedente comunicazione e tuttora inevasa, per una vicenda che, alchemicamente, ha subito una trasmutazione dall’essere incresciosa a divenire scandalosa, oltre che profondamente lesiva del benessere e della sicurezza di tutti i Lavoratori e dei nostri Pazienti.
Inoltre, giova ricordare che la mancata convocazione comporterebbe, da parte datoriale, una condotta antisindacale.
Infatti, la Direttrice generale in materia di corrette relazioni sindacali, predica bene ma razzola male”.