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L'appello a sanitari e cittadini

Donazione cordone ombelicale, Sicilia modello nazionale ma il DASOE: “Serve più impegno e informazione”

lunedì 3 Novembre 2025

Promuovere la donazione del sangue cordonale e valorizzarne l’utilizzo in ambito trapiantologico e di medicina rigenerativa. Con questo obiettivo il Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE)  dell’assessorato regionale della Salute ha invitato oggi, 3 novembre 2025, all’Ordine dei Medici di Palermo neonatologi, ginecologi, ostetriche e le direzioni strategiche delle Aziende sanitarie della provincia per un confronto sui risultati raggiunti e sulle azioni necessarie a potenziare la rete di raccolta.

Giacomo Scalzo, dirigente generale del DASOE, ha dichiarato che: “Incontri come questo servono a mettere in rete le esperienze e a definire strategie comuni. La donazione del sangue cordonale è un atto di grande valore etico e scientifico. È importante che ogni punto nascita siciliano sia messo nelle condizioni di formare correttamente le famiglie e raccogliere il materiale biologico in modo sicuro e conforme agli standard nazionali. L’obiettivo è arrivare a una copertura uniforme su tutto il territorio regionale, valorizzando il lavoro delle équipe ospedaliere e il ruolo della banca regionale di Sciacca, che rappresenta un’eccellenza riconosciuta anche a livello europeo”.

La fotografia

“La donazione di sangue cordonale è attiva in tutta la Regione, con quarantacinque punti nascita collegati alla banca regionale – ha spiegato Pasquale Gallerano, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) di Sciacca –. Oggi in Sicilia la banca regionale tratta e utilizza oltre un miliardo e mezzo di cellule in applicazioni cliniche e sperimentali, con circa 1.700 unità di sangue cordonale e un impiego pari all’85% in medicina rigenerativa. Questi emocomponenti offrono potenzialità straordinarie e si impiegano nel trattamento dei neonati prematuri, grazie alle loro caratteristiche biologiche uniche, oltre che nella realizzazione di prodotti per la medicina rigenerativa come colliri e gel utilizzati nelle patologie oftalmiche, cutanee e articolari”.

“La raccolta, però, è a macchia di leopardo – ha aggiunto -. Accanto a centri virtuosi che percentuali di donazione tra il 25% e il 28%, esistono ancora punti nascita con indici molto bassi, intorno al 2%, un risultato che dimostra l’impegno costante degli operatori e che consente alla banca regionale di Sciacca. di confermarsi, per il quinto anno consecutivo, al primo posto in Italia per indice di donazione. È necessario quindi continuare a stimolare e motivare i professionisti affinché la richiesta di dono da parte delle coppie sia sempre accolta. Si tratta di un gesto semplice ma di enorme valore clinico e umano. Il sangue cordonale è una risorsa preziosa, fondamentale sia in ambito trapiantologico che in medicina rigenerativa e trasfusionale”.

Criticità e prospettive

“C’è ancora una carenza di informazione e formazione – ha evidenziato Giuseppa Tancredi, referente qualità e coordinatrice dei laboratori della Banca del Sangue Cordonale -.  Spesso le mamme non vengono informate della possibilità di donare, e anche il personale dei punti nascita necessita di maggiori momenti di aggiornamento. Inoltre, anche in questo contesto, è stato chiesto di sburocratizzare la procedura di consenso alla donazione, così da renderla più semplice e accessibile per i genitori. Allo stesso tempo, è necessario valorizzare il sito della Banca del Sangue Cordonale e rafforzare la formazione del personale, insieme a una campagna informativa più capillare che include in modo chiaro anche la donazione del sangue cordonale. È fondamentale che ginecologi, ostetriche e neonatologi, ma anche i futuri genitori, siano pienamente consapevoli del valore di questa emocomponente, che può essere utilizzato per la cura dei neonati prematuri e in numerosi ambiti terapeutici”.

Tancredi ha ricordato anche i riconoscimenti ottenuti dalla Sicilia a livello nazionale: “A fine settembre la nostra Regione è stata premiata al secondo posto in Italia per la produzione di un collirio ottenuto dal concentrato epiteliale di sangue cordonale, utilizzato per contrastare le complicanze nei pazienti trapiantati con cellule staminali emopoietiche. È un risultato straordinario, frutto della collaborazione tra i professionisti del settore e il sostegno dell’Assessorato regionale della Salute. Dobbiamo proseguire su questa strada, potenziando la ricerca e la produzione di emocomponenti innovativi ”.

Gli obiettivi

“L’obiettivo del DASOE è rendere la banca del sangue cordonale sempre più centrale nelle attività di raccolta e di utilizzo. Lo scorso settembre, per la prima volta, la Sicilia ha ospitato ad Agrigento la riunione tecnica nazionale delle banche del sangue cordonale italiane, un evento che ha raccolto il plauso del Centro Nazionale Sangue e del Centro Nazionale Trapianti, che hanno indicato la nostra Regione come modello per tutto il Paese”, ha sottolineato Maria Ventura, dirigente responsabile del Centro Regionale Sangue e del Servizio Trasfusionale.

“Proprio per questo bisogna fare di meglio – ha ribadito – se non raggiungiamo il 6% per parti nei punti nascita, non possiamo garantire una riserva sufficiente per i neonati prematuri. È altrettanto importante promuovere l’uso degli emocomponenti a scopo non trasfusionale, come colliri e gel per lesioni cutanee, piaghe da decubito e ulcere diabetiche. Questi prodotti hanno un impatto clinico ed economico positivo, perché migliorano la qualità delle cure e riducono i costi legati a presidi e farmaci spesso inefficaci”.

“La raccolta del sangue cordonale è ormai inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza e questo deve tradursi in un impegno concreto da parte delle aziende sanitarie – ha concluso -. È necessario che le direzioni strategiche considerino la promozione della donazione tra gli obiettivi di performance, per garantire una raccolta più ampia e uniforme su tutto il territorio regionale e rendere la Sicilia un punto di riferimento stabile nel panorama nazionale”.

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