Per l’articolo di oggi ho attinto al libro “Donne che amano troppo” di Robin Norwood e alla mia personale esperienza clinica e non.
Le donne vivono in un’arena che ha nemici e obiettivi differenti rispetto a quella in cui si muovono gli uomini. Le donne lottano costantemente per farsi rispettare, per mantenere la linea, per conquistare un uomo oltre che per emergere professionalmente ed economicamente. Gli uomini si scervellano prevalentemente per il lavoro. Tutto il resto, per loro, in genere, è più facile che passi in secondo piano. Sono, infatti, sin da bambini “addestrati” a essere “maschi”, ad appoggiarsi sulle spalle delle donne per sbrigare molte rogne e a non pensare al “tempo”. Definiamo l’essere “maschio” per la maggior parte dei siciliani: un uomo, in media, impiega molto meno tempo per rifarsi una vita dopo la fine di un rapporto, se non ne ha già una o più dietro le quinte. Un uomo non dà lo stesso valore al tempo, non è ritenuto “vecchio” e poco fertile a 35 anni, non dà peso alle rughe e alla cellulite o a qualche chilo in più. In farmacia, incontro, spesso, donne, e non uomini, che chiedono come dimagrire e ridurre i tessuti adiposi. C’è, poi, l’estetista, il parrucchiere, il personal trainer, ecc.
Le vie della dipendenza relazionale sono da rintracciare nell’infanzia. Possono essere dovute a una grave perdita o all’essere emotivamente deprivati di tutte quelle considerazioni e conferme necessarie a una buona e sana crescita del sé. Nella maggior parte dei casi, però, sono i condizionamenti socioculturali e religiosi quelli che portano la donna a essere maledettamente insicura e dipendente nella relazione con il proprio partner. Questo campo di battaglia in cui cresce diviene la sua trappola infernale.
Le donne dipendenti scelgono uomini che non trovano tempo per loro, che non le considerano abbastanza, che hanno sempre da fare, sono molto impegnati e, anzi che, sorbire l’effetto di farsi allontanare, purtroppo, per questo genere di donne, costituiscono miele e droga, al tempo stesso. Si lasciano maltrattare, trascurare, vivendo frustrazioni incredibili, senza sentirsi mai veramente desiderate, amate, finendo con il peggiorare e ammalarsi nel corpo come nella mente e a desiderare la morte, come fine di un tormento da cui non sanno venire fuori.
Perché stare con una persona che non vi vuole? Che non vi fa sentire “femmine”?
La cosa peggiore che potete fare è chiedere o pregare. Perché non è così che saprete attrarre e sedurre. La differenza con l’uomo è il contenuto dei pensieri: l’uomo non pensa che nel mare non ci siano altri pesci e non ne sente, comunque, l’esigenza, il bisogno. Per la serie, se c’è bene, se non c’è, niente! L’abilità vera è quella di capire se si devono davvero usare delle esche per possedere e prendere mentalmente una persona o se, invece, non è proprio il caso di perdere il proprio tempo. Per testare se l’altro è la persona giusta occorre fare sentire la propria mancanza, astenersi dall’inviare messaggi.
Se l’altro la sentirà inevitabilmente vi contatterà. Se lo lascerete nel dubbio che non provate più nulla e che siete attratte da qualcun altro, ecco che potreste ottenere quello che volete. Se non dovesse scattare, allora è inutile proseguire oltre!
Una cosa fondamentale da considerare, quando si desidera fortemente una persona, è anche pensare bene a quanto si è corretti. Capita, infatti, che la persona scelta sia sposata. I matrimoni possono finire o non essere basati su sentimenti solidi ma non si debbono forzare gli eventi. Questo non mette in buona luce anche agli occhi dell’altro. Occorre saper aspettare ma senza chiudersi al resto del mondo e alle opportunità che la vita ci può offrire.
I rapporti umani sono basati su semplici regole di chimica e ci sono milioni di affinità alchemiche che si possono sperimentare e che possono sorprendere! Siamo nati per muoverci nel mondo e per attrarre e sedurre, grazie a un obiettivo inconsapevole che è la riproduzione della specie. Stare fermi o bloccarsi su di un individuo è un grave errore evolutivo che riduce di molto il tempo che abbiamo a disposizione per accoppiarci con altri individui.
Perciò, se non vi rispettano, vi ignorano, non soddisfano i vostri bisogni fondamentali, tagliate corto e subito, prima di affezionarvi e di fare prevalere la componente emotiva che vi rende più fragili. Se amate il rosso, il giallo,… I colori possono orientarvi nella scelta del partner. Compresi quali siano i vostri bisogni principali, la selezione è più facile.
Avere consapevolezza di se stessi è il primo passo verso l’equilibrio dei sentimenti. Occorre riappropriarsi della dignità e della bellezza di essere donne, uniche e irriducibili. Mi auguro troverete una chiave del successo in questo mio aforisma: Il tempo aiuta i bisognosi e rinvigorisce i valenti. Il tempo non deve aiutare ma bilanciare (forze, sentimenti, persone, etc.).