Infine abbiamo una nuova legge elettorale. Certo, è desolante constatare, che, una volta ancora è la Corte Costituzionale, e non la politica, a stabilire le regole con le quali i cittadini possono scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.
Ma comunque sia, se i partiti decidono che va bene la legge elettorale figlia della sentenza della Consulta, si potrà andare a nuove elezioni, subito o a scadenza naturale di legislatura.
E se così sarà, alla prossima tornata elettorale voteremo con un meccanismo fortemente proporzionale. Cerchiamo di comprendere, allora, quali sono le regole del gioco ed il conseguente possibile scenario.
Per quanto riguarda la Camera dei Deputati (lasciamo stare, per adesso, il Senato che differisce per le soglie di sbarramento), la legge elettorale che esce dalla sentenza della Corte Costituzionale prevede un meccanismo proporzionale con sbarramento al 3%, premio di maggioranza per la lista (non la coalizione) che raggiunge la soglia del 40%, capilista bloccati e voto di preferenza (2 preferenze) per gli altri candidati.
Per farla semplice, immaginiamo che alle prossime elezioni il signor Rossi decida di votare per il partito X, ed esprima la sua preferenza per il candidato Y. Se il partito X supererà la soglia del 3% saranno eletti tot deputati, e con ogni probabilità il signor Rossi vedrà eletto nel proprio collegio il capolista indicato dal segretario nazionale e non il candidato Y che aveva votato.
Se, come molto probabile, nessun partito raggiungerà la soglia del 40% sarà necessario formare delle coalizioni tra vari partiti con programmi anche diversi, ed il partito X sarà costretto ad allearsi con formazioni politiche eterogenee rispetto alla propria cultura politica.
Insomma si ritorna alla prima Repubblica, al Pentapartito. Anzi peggio, perché allora le coalizioni erano in qualche modo prefigurate prima del voto.
Quindi, in sintesi, il sig. Rossi si ritroverà eletto un deputato imposto dall’alto, avrà votato un partito senza sapere con quali altri partiti andrà a governare, con quale programma e con quale premier.
Insomma la mortificazione della volontà popolare.
Una persona saggia un giorno mi disse: “per governare bene non bisogna inventare nulla, basta copiare chi fa bene le cose”.
E di sistemi elettorali che funzionano bene coniugando l’esigenza della governabilità col rispetto della rappresentanza, in Europa ce ne sono diversi (primo tra tutti il maggioritario a doppio turno alla francese): anziché elaborare leggi elettorali pasticciate bastava fare un semplice copia-incolla!