I prodotti petroliferi fanno sprofondare l’export siciliano nel 2019. Secondo i dati di Unioncamere Sicilia, l‘export dell’isola registra un -14%, conseguenza di una pesante flessione di coke e prodotti petroliferi (-18%). Negativi anche i prodotti dell’estrazione di minerali da cave (-32%) e i prodotti dell’agricoltura, con un -14%.
Hanno fanno da traino all’economia dell’Isola nel 2019 computer e apparecchiature elettroniche, con +24%, ma anche articoli farmaceutici e chimica con +14%, e articoli in gomma e plastica. “Se consideriamo che sull’export totale della Sicilia i prodotti petroliferi incidono per circa il 50%, il dato del 2019 rappresenta una vera e propria mazzata per tutto il comparto – spiega il presidente di Unioncamere regionale Giuseppe Pace – E se a questo aggiungiamo il calo dell’estrazione di minerali dalle cave e la flessione in agricoltura, con la continua fuga dei lavoratori dalle nostre campagne, ecco come i dati vanno a condizionare negativamente tutte le esportazioni dello scorso anno. Segnali confortanti arrivano dai computer e dagli apparecchi elettronici che segnano per il 2019 un balzo del 24%, così come in terreno positivo abbiamo il settore della chimica e della plastica”.
Guardando alle diverse zone dell’Italia, Sud e Isole segnano -1,4%; Nord-ovest -1,2%; Nord-est +2,3%; e il Centro fa registrare una crescita esponenziale con +12,7%. Tra le regioni, in particolare, andamento positivo per Toscana +16%, Lazio +15%, Molise +11,7%, Puglia +9%, Campania +8,4%, positive anche Molise, Emilia Romagna, Veneto e Trentino.
“Dai dati – conclude Pace – si evince un’Italia a due velocità, alcune regioni continuano ad andare benissimo, mentre Sud e Isole arrancano. Pur manifestando una moderata fiducia, non possiamo nascondere la preoccupazione per questo momento di grossa crisi determinata dalla emergenza sanitaria che sta imponendo a tutta la Sicilia e all’intero Paese sacrifici al momento inestimabili per l’economia“.