La situazione del mercato immobiliare, prestiti, mutui e finanziamenti digitali in Italia con gli ultimi report pubblicati da Experian, Abi e Gruppo Tecnocasa. In aumento i prestiti personali e finalizzati. Calo delle richieste di mutui anche se si segnala la prima discesa dei tassi dei interessi che a dicembre sono in calo dal 4,5 al 4,42%.
Rapporto Credito Italiano – Trends & Insights di Experian: la decisa ripresa per prestiti personalizzati e finalizzati
Buona anche la performance di prestiti personali (+9,75%) e finalizzati (+10,2%) nell’ultimo anno, mentre i mutui registrano -54,8% di richieste dal 2022. Queste le evidenze principali dell’ultimo Rapporto sul Credito Italiano – Trends & Insights di Experian, principale società di global information service al mondo, per il mese di dicembre 2023.
Il report evidenzia una decisa ripresa per prestiti, sia personali che finalizzati, per il “Buy Now, Pay Later” e per i finanziamenti richiesti sul web, mentre la richiesta di mutui fatica ancora a riprendere.
In particolare, a spiccare è la performance del digitale, con l’utilizzo del BNPL cresciuto del +100% nel confronto con il 2022 e del +511% dal 2021, mentre i finanziamenti web hanno registrato un +24% rispetto al 2022 e un +74,3% dal 2021.
“Il bilancio dell’anno appena passato è molto positivo, con una decisa ripresa delle richieste di prestito e soprattutto di BNPL e finanziamenti online sia nel confronto con il 2022 che con il 2021, a riprova del crescente peso del digitale nelle opzioni di acquisto dei consumatori”, commenta Armando Capone, General Manager Italy di Experian. “Solo per i mutui continuiamo a registrare un trend in diminuzione, che è stato probabilmente amplificato dai rialzi sui tassi di interesse previsti dalla BCE nel corso del 2023: rispetto al 2021, infatti, abbiamo rilevato un -79%”.
Andando nel dettaglio dell’andamento dell’ultimo mese, il periodo delle festività ha stimolato ulteriormente l’utilizzo del BNPL e le richieste di finanziamento online, rispettivamente del +49,8% e del +14% da dicembre 2022.
Tuttavia, i consumatori italiani hanno preferito pianificare gli acquisti in anticipo e approfittare del Black Friday a novembre per spendere meno, con il risultato di una diminuzione di richieste mese su mese pari al -23% per il BNPL e -29% per i finanziamenti online.
Anche i prestiti finalizzati, personali e mutui hanno subito una battuta d’arresto rispetto a novembre (rispettivamente -14,6%, -33%, -27,6%), ma si tratta di un fisiologico rallentamento generato dalle chiusure festive.
Trend festività: acquisti moderati a Natale, il 48% dei regali finanziati sono i cellulariAndando nel dettaglio dell’analisi per il periodo festivo emerge come le richieste di prestiti finalizzati (esclusi i finanziamenti auto) e di BNPL si siano concentrate nelle prime due settimane, con un picco nella seconda settimana pari al +18,3% per i finalizzati e +22,2% per il BNPL, per poi diminuire notevolmente nella seconda metà del mese.
Per quanto riguarda le motivazioni alla base dei finanziamenti, sono i telefoni cellulari a farla da padrone, rappresentando il 47,9% delle richieste di prestito, in aumento del +16% rispetto a novembre anche in ragione di un aumento dell’acquisto come regalo natalizio.
Tuttavia, il confronto con il 2022 fa emergere una diminuzione delle richieste di finanziamento per i telefoni del -9%, a riprova del fatto che la maggior parte degli acquisti è stata effettuata in precedenza grazie agli sconti del Black Friday.
Tassi di Interesse: crescono per i personali e diminuiscono per i finalizzati, stabili i tassi sui mutuiL’analisi dei tassi effettivamente applicati su mutui e prestiti conferma un trend discendente per i tassi dei prestiti finalizzati a partire da aprile, arrivando al 7% a novembre. Trend inverso, invece, per i prestiti personali, i cui tassi di interesse hanno raggiunto un picco del 12,85% a novembre, 1,03 punti percentuali in più dall’inizio dell’anno.
Per i mutui, invece, la situazione è più stabile a fronte di leggeri aumenti o diminuzioni nel corso dell’anno.
Prestiti: aumentano i finalizzati nel Centro Nord, maggiore richiesta di personali nel Centro Sud
L’analisi delle singole aree Nielsen restituisce un interessante dettaglio dei trend di richiesta di prestito nel confronto con dicembre 2022. Per quanto riguarda i prestiti personali, a fronte della diminuzione della domanda a livello nazionale (-2,8%), l’area del Centro-Sud ha registrato un aumento complessivo delle richieste pari al +4%.
Al contrario, per i prestiti finalizzati la concentrazione è al Centro-Nord. In particolare, nella sola area del Nord-Ovest è stato rilevato un aumento del +4,3% rispetto a dicembre 2022. Campania, Sicilia e Lombardia sono le prime regioni per distribuzione delle richieste di prestito, sia personale che finalizzato.
Mutui: crescono gli importi finanziati dal 2022
Come nei mesi precedenti, a fronte della diminuzione generale delle richieste di mutuo, continuano a crescere gli importi medi finanziati, che hanno raggiunto un +5,9% rispetto a novembre e un +26,5% rispetto al 2022.
Gli importi più alti sono finanziati nell’area Nord Ovest, con una media di €185.700, e nel Nord Est, con una media di €176.626. Al Centro, la media degli importi finanziati si attesta sui €155.900. Solo nel Sud Italia è stata rilevata una diminuzione degli importi del -21,6% rispetto al mese precedente, raggiungendo una media di €122.504.
La distribuzione delle richieste per singola regione è rimasta costante rispetto agli scorsi mesi, con la Lombardia ancora al primo posto e in netto distacco nei confronti delle altre regioni.
Metodologia Rapporto Credito Italiano – Trends & Insights
Il Rapporto sul Credito Italiano – Trends & Insights analizza regolarmente l’andamento delle richieste di strumenti finanziari sulla base dei dati disponibili nel Sistema di Informazioni Creditizie di Experian, che raccoglie oltre 80 milioni di posizioni creditizie.
Le analisi vengono realizzate su Ascend, l’innovativa piattaforma integrata di big data e analytics recentemente lanciata da Experian.
Report Abi : Mutui, prima discesa dei tassi a dicembre calo dal 4,5 al 4,42%
Dopo circa due anni di rialzi, i tassi dei mutui iniziano a registrare un’inversione di tendenza: è quanto emerge dall’ultimo report mensile di ABI (Associazione Bancaria Italiana).
Secondo il bollettino mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana) a dicembre il tasso medio sui mutui ha segnato una flessione, passando dal 4,5 al 4,42 per cento, cominciano a dare segnali di riduzione i finanziamenti per i mutui finalizzati all’acquisto della prima casa. I tassi sulle altre operazioni di finanziamento, in particolare quelle alle imprese, hanno continuato una leggera crescita, passando dal 5,5 9 per cento di novembre al 5,69 per cento.
L’effetto sul tasso medio di tutti i finanziamenti è quello di lasciare il valore invariato rispetto a novembre e pari al 4,76 per cento.
La situazione dei prestiti bancari
A dicembre dell’anno appena trascorso, i prestiti alle imprese e alle famiglie sono diminuiti del 2.2% rispetto al 2022.
A novembre 2023, invece, il calo si era attestato al 3% (con i prestiti alle imprese che erano scesi del 4.8% e quelli alle famiglie dell’1.2%).
Tutto ciò, secondo quanto riportato nel report ABI, è in linea con il rallentamento della crescita economica, che ha avuto come effetto una contrazione sulla domanda dei prestiti.
L’indice Euribor
L’indice Euribor a tre mesi nella media di dicembre 2023 è stato del 3.94% (a novembre 2023, invece del 3.97%). Sempre secondo l’outlook di ABI, la media di questo tasso nella prima settimana di gennaio 2024 è calata al 3.92%.
Insomma, seppur vi sia ancora incertezza sul futuro dei tassi d’interesse, è possibile che i parametri Euribor possano scendere ulteriormente nei prossimi mesi, andando a impattare positivamente sul mutuo a tasso variabile.
Resta da capire, dunque, quali saranno le prossime mosse della BCE. Secondo quanto segnalato nel bollettino, i dati mostrano che si stanno manifestando gli effetti della politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea, oltre che un calo dei tassi di interesse rispetto ai valori massimi.
Report Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa: in calo le compravendite e ulteriore contrazione prevista nel 2024
In base alle analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, il 2023 chiuderà con volumi di compravendite in diminuzione rispetto al 2022, stimiamo intorno a 680 mila, che rappresentano comunque un buon numero di transazioni e un mercato in salute. Le previsioni per il 2024 suggeriscono un’ulteriore contrazione che porterà i volumi intorno a 650 mila.
“I tassi di interesse, ancora elevati e per i quali si prevede un miglioramento per il 2024, unitamente alla prudenza delle banche, sono elementi che rendono l’accesso al credito ancora difficoltoso, soprattutto per chi ha necessità di ricorrere a finanziamenti importanti. Questo potrebbe portare a una riduzione dei prezzi, in particolare per le tipologie più popolari e per le metrature più ampie. I tagli piccoli che non chiedono capitali importanti non dovrebbero subire importanti ribassi. Non ci aspettiamo impatti negativi sulle tipologie top, signorili e su quelle di nuova costruzione, in ottimo stato ed efficienti, per le quali si è anche disposti a spendere qualcosa in più. – afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa .
“La realizzazione di nuove costruzioni – continua la Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – sarà più facile che avvenga nelle grandi città mentre potrebbero rallentare nell’hinterland e nei capoluoghi di provincia laddove i costi di costruzione fossero troppo alti per garantire un buon assorbimento sul mercato. Previsioni di ribasso dei valori anche per le soluzioni da ristrutturare che richiedono lavori significativi. Nelle realtà in cui si avverte ancora una mancanza di offerta i prezzi, nonostante la diminuzione della disponibilità di spesa, terranno, soprattutto nelle grandi città. Il gap tra le richieste dei proprietari e la diminuita disponibilità di spesa porterà a un allungamento dei tempi di vendita che gli operatori del Gruppo Tecnocasa hanno già avvertito nella seconda parte del 2023. Gli investimenti rimarranno una componente importante del mercato sia nella modalità destinata alla locazione breve sia a lungo termine ma, in quest’ultimo caso, con una maggiore attenzione alla solvibilità dell’inquilino a cui potrebbero essere richieste maggiori garanzie. Infatti, sono numerosi coloro che si stanno spostando sull’affitto breve. Previsioni buone anche per le località turistiche dove, nonostante la minore intensità della spinta all’acquisto sperimentata negli ultimi anni, si registra ancora un discreto interesse da parte di acquirenti stranieri.
“Le locazioni continueranno sul sentiero di recupero grazie a una buona domanda. L’offerta non sempre sufficiente, soprattutto alla luce del ritorno degli short rent, sarà causa di un ulteriore aumento dei canoni che però rischia di non essere più sostenibile. Naturalmente occorrerà considerare l’evoluzione dell’economia, per la quale si prevede una crescita ancora debole, il trend che avrà l’inflazione e in che direzione andrà la fiducia di imprese e consumatori” conclude Megliola.
mercato immobiliare aste: Report Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa