Dopo il taglio di deputati e senatori la Sicilia rischia adesso di vedere ridotti i propri seggi al Parlamento europeo da otto a sei. Questa volta però non c’entra nulla il risparmio sui costi della politica ma la riduzione di seggi sarebbe l’effetto della “secessione” della Sardegna dal collegio unico con la Sicilia denominato “Italia insulare” che esprime per l’Assemblea di Strasburgo 8 eurodeputati.
L’obiettivo di numerosi politici sardi è quello di modificare la legge n.18 del 24 gennaio 1979 denominata “Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia” che prevede che le Regioni di Sicilia e Sardegna siano comprese all’interno della V Circoscrizione, denominata “Italia insulare“, con Palermo capoluogo. Secondo i promotori della modifica il collegio unico tra Sicilia e Sardegna non consentirebbe un’adeguata rappresentanza dei sardi all’Europarlamento a causa della forte differenza di numero di abitanti e, di conseguenza, di elettori a favore della Sicilia.
La richiesta di dividere i destini elettorali delle due grandi isole italiane è partita lo scorso fine febbraio dal Consiglio regionale della Sardegna e proprio nei giorni scorsi è approdata a Roma alla Camera e al Senato con diversi disegni di legge. A Palazzo Madama risultano presentati tre disegni di legge aventi ad oggetto lo spacchettamento: uno del Consiglio regionale della Sardegna e altri due rispettivamente firmati dalla senatrice di Fratelli d’Italia Antonella Zedda e l’altro dal senatore Marco Meloni del Pd. I primi due sono stati presentati lo scorso 18 maggio e sono in attesa di essere assegnati, più avanti quello del senatore Meloni che è stato presentato il 12 dicembre 2022 ed è attualmente in corso di esame in commissione. A Montecitorio il 18 maggio è arrivata anche la proposta del Consiglio Regionale della Sardegna ma alla Camera erano già stati presentati due ddl, uno il 15 marzo a firma del leghista Dario Giagoni e l’altro il 2 novembre del deputato di Fdi Salvatore Deidda, entrambi assegnati ma l’esame non risulta ancora iniziato.
Difficile dire se qualcuno dei ddl arriverà al traguardo in tempo utile per modificare le circoscrizioni in vista delle prossime elezioni europee che si terranno i primi di giugno del 2024, molto dipenderà dalla volontà dei partiti e soprattutto dall’ostruzionismo che potrebbero fare i siciliani che vedendosi ridurre gli spazi dovrebbero modificare piani e strategie elettorali all’interno delle liste che saranno in corsa per Bruxelles.
Di certo c’è che i sardi, se la legge venisse modificata, potrebbero avere due rappresentanti fissi a in Europa evitando di rimanere esclusi dall’Europarlamento come accadde nelle elezioni europee del 1999, con l’eccezione di Mariotto Segni che fu eletto nel Nord-Ovest e nella circoscrizione centrale, del 2004 e nelle ultime dove gli otto seggi furono tutti appannaggio dei siciliani. Non si ripeterebbero però nemmeno le triplette che la Sardegna piazzò alle europee del 1984, quando a Strasburgo sbarcarono il comunista Andrea Raggio, il democristiano Giosuè Ligios e Michele Columbu del Partito Sardo d’Azione, e nel 2014 con l’elezione di Renato Soru per il Partito Democratico, di Giulia Moi per i Cinque Stelle e dell’esponente di Forza Italia Salvatore Cicu che, per una faida tutta siciliana interna ai berlusconiani, soffiò il seggio al siciliano Gianfranco Miccichè.