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Quinta puntata per “En kai pan“, la rubrica de ilSicilia.it: questa settimana il nostro ospite è Fabrizio Lupo, scenografo, artista, docente, intellettuale sensibile e raffinato.
Lupo ha lavorato per oltre dieci anni nel laboratorio di realizzazioni scenografiche del Teatro Massimo di Palermo. Si è dedicato alla scenografia, alla pittura a olio, alla grafica, alle pitture murali, alla scenografia per il cinema, per grandi opere liriche e teatrali e per feste tradizionali.
Suoi alcuni fra i più bei Carri in onore di Santa Rosalia realizzati in occasione di passate edizioni del Festino. Negli ultimi anni si è anche dedicato all’insegnamento della scenografia presso l’Accademia di belle arti di Palermo, ai Cantieri culturali alla Zisa.
“La cosa più importante – ci spiega Fabrizio Lupo – è la capacità di sbagliare, l’errore. Questo si genera quando si agisce. L’inazione non genera nulla, mentre l’azione può generare errori. Dall’errore nasce qualcosa. Fare significa sbagliare”.
“Una delle figure che io definisco come origine della marionetta è il golem, che poi diventa uomo. Il fascino della marionetta è dato dal fatto che essa ha una vita che è sposata con ciò che c’è attorno, si genera dall’incontro”.
“Sono tre i carri in onore di Santa Rosalia che ho disegnato e progettato. Forse quello a cui sono più affezionato è quello che definisco “Carro barocco” perché ispirato al disegno barocco dei carri del Festino, ma in realtà è anche molto moderno, è un barocco riletto: ci sono tanti elementi che si uniscono l’un l’altro in una forma armonica, non è l’incontro di elementi messi insieme casualmente. Questi trovano una loro armonia attraverso le curve e ciascuno ha una sua motivazione precisa”.
Buona visione con la quinta puntata di En Kai Pan