La transizione energetica in Italia e nel mondo ha raggiunto un punto di svolta storico nel 2025, con gli investimenti in energie pulite che hanno superato di oltre il doppio quelli nelle fonti fossili.
Questo sorpasso epocale, evidenziato dall’analisi della piattaforma Ener2Crowd su dati IEA, rappresenta un’opportunità senza precedenti per l’Italia, e in particolare per la Sicilia, che si posiziona come una delle regioni con il maggiore potenziale di crescita in questo settore.
Un decennio di trasformazione: “rinnovabili, reti e accumuli guidano la transizione verso un mix energetico più pulito e resiliente” mettono in evidenza gli analisti di Ener2Crowd, specializzati per gli investimenti ESG. L’energia pulita tocca i 2.243 miliardi di dollari, ferme a 1.120 miliardi le fonti fossili.
Nel 2025 gli investimenti in energia pulita hanno raggiunto i 2.243 miliardi di dollari(+12% rispetto al 2024), superando di oltre due volte quelli in fonti fossili, fermi a 1.120 miliardi (+0,4%). Lo evidenzia Ener2Crowd, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti ESG.
Il sorpasso è la tappa più evidente di un trend decennale: nel 2016 le tecnologie pulite valevano il 46% del totale, nel 2023 hanno eguagliato le fonti fossili e nel 2025 le hanno raddoppiate.
“Il mondo ha imboccato la curva di sorpasso: l’energia pulita è diventata la destinazione principale dei capitali. È un’occasione storica per l’Italia” dichiara Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore di Ener2Crowd.
È questa l’analisi nella “Comparativa globale dell’energia Ener2Crowd 2016–2025”, elaborata dalla piattaforma per gli investimenti ESG su dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA).
ilSicilia.it approfondisce e realizza una panoramica di questo trend, partendo dal ruolo cruciale che l’isola sta già giocando e allargando poi lo sguardo al contesto nazionale e globale.
Sicilia protagonista emergente della transizione energetica: panoramica sugli investimenti nel 2024-2025
Nel biennio 2024-2025, la Sicilia ha consolidato la sua posizione di crescita nel panorama italiano delle energie rinnovabili. L’isola sta vivendo una lenta ma costante rivoluzione verde, trainata da un’impennata negli investimenti e da un’accelerazione mai vista prima nei processi di autorizzazione. Questo slancio è il risultato di un ecosistema sempre più favorevole, alimentato da un forte interesse da parte di investitori nazionali e internazionali che riconoscono il potenziale intrinseco del territorio siciliano.
La prova più evidente di questo cambiamento epocale è il Report di produttività 2024 della Commissione Tecnica Specialistica (CTS) della Regione Siciliana, che segna un traguardo storico.

Nel 2024, la CTS ha esaminato progetti per un totale impressionante di oltre 21 GW di nuove Fonti di Energia Rinnovabile (FER). Ancora più significativo è il numero di pareri ambientali positivi rilasciati, che ammonta a circa 10,8 GW, con un valore complessivo di investimenti stimato in oltre 65 miliardi di euro. Questi dati non rappresentano solo un’ottima performance burocratica, ma un chiaro segnale di un’amministrazione che ha saputo superare gli storici ostacoli procedurali, creando le condizioni ideali per attrarre capitali e accelerare il passo verso la sostenibilità.

“I numeri presentati nel Report produttività 2024 della Commissione tecnica specialistica [CTS] rappresentano un traguardo storico per la Sicilia“. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Giusi Savarino aveva commentato all’uscita del documento con gli oltre 700 pareri ambientali positivi rilasciati dall’ente nell’anno appena concluso.
Il documento, approvato il 10 gennaio 2025, ha analizzato 1062 procedure autorizzative in diversi settori, ma è quello energetico, e in particolare delle fonti rinnovabili, a spiccare con ben 290 procedure che hanno ottenuto il via libera. A dominare la scena sono l’agrovoltaico e il fotovoltaico tradizionale. In un’ottica di sviluppo sostenibile, la CTS ha introdotto specifiche condizioni ambientali per l’autorizzazione di questi progetti, che vanno oltre la semplice approvazione.
Una di queste (oggi recepita anche a livello nazionale con il Testo unico FER) riguarda la richiesta di installare arnie per la produzione di miele con api endemiche, la creazione di laghetti artificiali per la prevenzione degli incendi e l’uso di termocamere. Queste misure dimostrano una visione integrata che non si limita alla produzione di energia, ma mira a tutelare il paesaggio e l’ecosistema locale, un aspetto particolarmente sensibile per un’isola con un patrimonio naturalistico e agricolo così ricco.
FONTE DATI: REPORT PRODUTTIVITA’ 2024 CTS Regione Siciliana
Si scopre così che nel 2024 l’ente – deputato a fornire pareri tecnici specialistici su tutte le questioni ambientali che richiedono una valutazione approfondita – ha rilasciato 704 pareri ambientali positivi per un valore di oltre 65 miliardi di euro di investimenti sul territorio.
Oltre un terzo riguardano direttamente progetti energetici legati alle fonti rinnovabili.

“Grazie alla riforma della CTS, voluta dal mio governo – ha sottolineato il presidente della Regione, Renato Schifani – oggi registriamo un deciso passo in avanti nelle procedure di analisi e di autorizzazione delle richieste, seguendo un modello di sviluppo economico e sociale responsabile e sostenibile. […] grazie al lavoro scrupoloso e attento della Commissione, e del suo presidente Gaetano Armao, siamo arrivati ad autorizzare in un anno investimenti per un valore complessivo di 65 miliardi di euro, coniugando crescita economica e sostenibilità ambientale. Un successo straordinario – ha continuato Schifani – che avrà inevitabilmente ricadute economiche positive su tutto il territorio regionale”.
Nel 2024, la Sicilia ha cementato la sua posizione come la sesta regione in Italia per capacità fotovoltaica installata e la seconda per capacità eolica. I numeri sono eloquenti: la capacità fotovoltaica è balzata da 422 MW nel 2023 a 505 MW nel 2024, mentre il settore eolico ha registrato un incremento da 148 MW a 166 MW nello stesso periodo.
Questi dati, basati su report affidabili come il “Renewable Energy Report 2025” del Politecnico di Milano, confermano che l’isola è diventata uno dei motori principali della transizione energetica italiana. L’incremento nella produzione di energia pulita sta contribuendo in modo significativo a un mix energetico nazionale più verde e resiliente..
FONTE DATI: Renewable Energy Report 2025 – gruppo Energy & Strategy del Politecnico di Milano
Nonostante questa straordinaria spinta, il percorso non è privo di ostacoli. La transizione energetica in Sicilia, come in tutto il Sud Italia, si scontra ancora con la burocrazia e la debolezza delle reti elettriche. Il sistema nazionale, nonostante l’aumento delle installazioni, rimane “inceppato” dalla lentezza di alcune procedure e dalla necessità di potenziare le infrastrutture di trasmissione. Inoltre, la carenza e il ritardo negli incentivi rischiano di rallentare ulteriormente l’implementazione dei progetti.
L’obiettivo è duplice: integrare le più recenti innovazioni tecnologiche nel settore energetico e, al contempo, garantire la tutela del paesaggio.
L’aggiornamento del Piano Energetico si è reso necessario per adeguare questo importante strumento alle attuali esigenze di efficientamento energetico e agli obiettivi legati alla transizione energetica, nonché al mutato quadro normativo in materia energetica e dei regimi autorizzatori afferenti gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili ed opere connesse e alla luce delle più recenti innovazioni in campo tecnologico-energetico.
Un aggiornamento strategico che mira anche a massimizzare l’uso dei fondi europei per accelerare la transizione.
Tra gli incentivi e le normative l’introduzione di nuovi strumenti come il FER X, in vigore dal 2025, che prevede un aumento dei prezzi per le aste, potrà potenzialmente attrarre ulteriori investimenti e favorire la partecipazione di nuovi operatori, a beneficio anche della Sicilia.
Il contesto nazionale e globale: un decennio di trasformazione
L’esperienza siciliana si inserisce in un quadro molto più ampio, dove la transizione energetica sta raggiungendo una velocità e un’ampiezza senza precedenti a livello globale. L’analisi di Ener2Crowd, basata sui dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), evidenzia un punto di svolta storico: nel 2025, gli investimenti in energia pulita hanno toccato i 2.243 miliardi di dollari, superando di oltre il doppio quelli in fonti fossili, fermi a 1.120 miliardi. Questo dato non è una sorpresa, ma l’apice di un trend decennale in costante accelerazione. Nel 2016, le tecnologie pulite rappresentavano solo il 46% del totale degli investimenti energetici.
Nel 2023, il rapporto ha superato l’uno a uno, segnando un’uguaglianza simbolica e pratica tra i due settori. Nel 2024, il divario si è ampliato, con gli investimenti totali che hanno superato per la prima volta i 3.000 miliardi di dollari, di cui ben 2.003 miliardi destinati a tecnologie e infrastrutture pulite.
Il CEO e co-fondatore di Ener2Crowd, Niccolò Sovico, ha dichiarato che in questo momento “Il mondo ha imboccato la curva di sorpasso: l’energia pulita è diventata la destinazione principale dei capitali. È un’occasione storica per l’Italia, che può catalizzare risparmio privato verso progetti a impatto e rendimenti competitivi” che con oltre 50 milioni di euro raccolti su 216 progetti 100% green (1.144.065 tonnellate di CO2 evitate) ha dimostrato che in questo ambito il capital retail può fare la differenza.
L’analisi dettagliata nella “Comparativa globale dell’energia Ener2Crowd 2016–2025” mostra una crescita esponenziale e diversificata degli investimenti. Nel periodo 2017-2020, si è assistito a una forte spinta delle rinnovabili, con i capitali destinati agli impianti che sono passati da 354 a 446 miliardi di dollari. Parallelamente, l’energia nucleare e altre tecnologie a basse emissioni hanno registrato una crescita, così come i combustibili a basse emissioni.
Sebbene reti elettriche, sistemi di accumulo e interventi di efficienza energetica abbiano subito un lieve calo in questo periodo, il successivo biennio 2021-2022 ha visto un’inversione di tendenza e una crescita robusta in tutti i segmenti: gli impianti rinnovabili hanno raggiunto i 605 miliardi di dollari, le reti e gli accumuli sono saliti a 365 miliardi e l’efficienza energetica ha toccato i 655 miliardi. Questa evoluzione dimostra che il mercato dell’energia pulita non è più solo una questione di impianti, ma un ecosistema complesso che richiede investimenti in infrastrutture, tecnologie e soluzioni per la decarbonizzazione dei consumi.
Geograficamente, gli investimenti “puliti” mostrano una concentrazione in alcune aree del mondo, ma con differenze significative. Nei Paesi più sviluppati, il rapporto tra investimenti in energie pulite e fonti fossili supera il 10 a 1, mentre in Cina è di 6 a 1 e nei Paesi emergenti si attesta a 2 a 1. Circa il 60% degli investimenti puliti si concentra in tre aree principali: l’Unione Europea (500 miliardi di dollari nel 2025), gli Stati Uniti (550 miliardi) e la Cina (900 miliardi). Questi dati sottolineano l’impegno massiccio delle principali economie globali nel guidare la transizione.
Le Regioni italiane: una Classificazione tra leader, “in progress” e ritardatari
L’analisi di Ener2Crowd si è estesa anche al contesto italiano, classificando le regioni in tre gruppi in base all’evoluzione della produzione rinnovabile, alla crescita della potenza installata, alla pipeline di progetti e a fattori infrastrutturali come reti e accumuli.
Gruppo Leader
Questo gruppo include le regioni che hanno dimostrato una forte trazione sulle rinnovabili, hanno superato o sono prossime ai target regionali e mostrano una quota elettrica rinnovabile superiore alla media nazionale.
- Lazio: Ha superato gli obiettivi con ben 963 MW oltre il target, dimostrando una capacità di crescita notevole e un mercato dinamico.
- Lombardia: La sua leadership si basa principalmente su una spinta decisa sul fotovoltaico diffuso e su investimenti in reti e flessibilità di sistema.
- Veneto: Distinto per un aumento costante delle installazioni e una buona maturità nell’iter autorizzativo, ha superato il target con +316 MW.
- Puglia: Tra le prime per l’eolico e il fotovoltaico su larga scala, ha una pipeline di progetti molto consistente, nonostante sia ancora in ritardo sui target attuali.
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Sicilia: Come già evidenziato, l’isola possiede un potenziale enorme nel fotovoltaico e nell’eolico, con una grande pipeline e un forte interesse degli investitori.
- Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta: Entrambe si distinguono per un’elevata quota di energia idroelettrica, che ha consolidato il loro profilo “green” da tempo, con il Trentino che ha superato il target di +110 MW.
- Sardegna: Ha un potenziale simile a quello siciliano nel fotovoltaico e nell’eolico, con una spinta notevole sull’accumulo, essenziale per la gestione della rete insulare.
Gruppo “In Progress”
Queste regioni sono in linea con la tendenza nazionale, con una crescita costante, ma necessitano di miglioramenti per quanto riguarda iter burocratici e reti.
- Emilia-Romagna: Con un mix industriale e urbano, sta accelerando sul fotovoltaico, ma ha bisogno di potenziare le reti. Ha superato il target con +155 MW.
- Toscana: Forte della sua geotermia storica e del fotovoltaico diffuso, ha margini di miglioramento su accumulo e semplificazioni autorizzative.
- Piemonte: Il fotovoltaico è in crescita, ma i progressi sono necessari per il permitting e l’adeguamento della rete. Ha superato il target con +311 MW.
- Friuli-Venezia Giulia: La dinamica positiva del fotovoltaico onshore deve essere accompagnata da una maggiore attenzione alle connessioni. Ha superato il target con +255 MW.
- Marche e Umbria: Entrambe stanno facendo buoni passi in avanti sul fotovoltaico distribuito, ma devono accelerare il potenziamento di reti e accumuli.
- Abruzzo e Campania: Il trend di installazioni è in salita, ma è necessario un impulso maggiore su rete e grandi impianti. La Campania ha comunque superato il target con +178 MW.
- Basilicata: Ha un grande potenziale eolico e fotovoltaico e sta compiendo progressi su progetti e autorizzazioni.
- Liguria: Si concentra principalmente sulle comunità energetiche e sul fotovoltaico negli edifici.
Gruppo Ritardatario
In questo gruppo rientrano le regioni con una dotazione rinnovabile ancora modesta, che devono recuperare un significativo gap rispetto agli obiettivi.
- Calabria: Nonostante un ampio potenziale per il fotovoltaico e l’eolico, è necessario sbloccare gli iter burocratici e la capacità di connessione.
- Molise: La sua scala territoriale ridotta richiede un approccio più selettivo nella scelta dei progetti.
- Puglia (-316 MW) e Sardegna (-186 MW), nonostante il loro potenziale, sono ancora molto indietro rispetto agli obiettivi, così come la Calabria (-163 MW), anche se le distanze possono essere recuperate con pochi, grandi impianti.
L’Italia e la Sicilia in questo periodo storico si trovano di fronte a una svolta decisiva, in cui gli investimenti privati, anche attraverso strumenti innovativi come il crowdinvesting, possono fare la differenza.
L’esperienza dell’Isola e delle altre regioni leader dimostra che, superando gli ostacoli burocratici e infrastrutturali, l’Italia può non solo recuperare il ritardo, ma diventare un punto di riferimento nella corsa globale verso un futuro energetico più pulito, efficiente e sostenibile.