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Esplosione a Ravanusa: cinque giorni prima della strage intervento sull’impianto della rete di metano

lunedì 13 Dicembre 2021

Cinque giorni prima della strage di Ravanusa c’è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità.

E’ quanto hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d’arte.

Sarà un’indagine che condurremmo sotto il coordinamento della Procura di Agrigento con la massima scrupolosità e rapidità possibili, per garantire tutte le risposte che i cittadini si attendono”. È quanto ha garantito il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo facendo un punto sulle indagini per l’esplosione a Ravanusa.

Il colonnello ha poi ribadito che appena si concluderà la ricerca dei dispersi, l’area verrà messa sotto sequestro e inizieranno gli accertamenti per capire le cause che hanno provocato la fuga di gas.

Nelle prossime ore gli investigatori acquisiranno il verbale di quel controllo e sentiranno chi lo ha effettuato per conto di Italgas. Per tutta la giornata di ieri sono invece stati ascoltati decine di abitanti della zona e anche i tecnici per cercare riscontri alla voce, sostenuta anche da un consigliere comunale, in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas proprio nella zona in cui poi c’è stata l’esplosione. “Allo stato – ha però ribadito il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo – nessuno ha confermato l’ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale. In ogni caso continueremo a fare tutti gli accertamenti necessari per verificare questa voce”.

Quanto alle cause che hanno provocato l’accumulo di gas nel sottosuolo, il colonnello ha sottolineato che al momento non è possibile stabilirle. “Potrebbe essere stata una frana, questa è una zona con una elevata fragilità idrogeologica, ma non è escluso neanche che ci possa essere una cavità sotterranea naturale. Non lo sappiamo ancora, lo potremo verificare quando saranno rimosse le macerie”.

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