Nella corsa verso le esportazioni, da sempre dominata dalle regioni del Nord, il Sud riesce ad effettuare un sorpasso storico, ma non per merito della Sicilia che con un calo del 17,3% è rimasta nelle retrovie. È quanto emerge dal bollettino diffuso dall’Istat, l’Istituto di statistica nazionale, in merito al quarto trimestre del 2016. L’export risulta in crescita in in tutte le ripartizioni territoriali rispetto al trimestre precedente: +5,3% per l’Italia meridionale e insulare, +4,2% per l’Italia centrale, +2,8 per le regioni nord-orientali e +1,6% per quelle nord-occidentali.
Come per il prodotto interno lordo è il Sud a trainare l’export nazionale in questi ultimi tempi. Se si prendono in considerazione l’intero anno l’export nazionale è aumentato dell’1,2%. A livello territoriale le differenze sono molto marcate con un incremento dell’8,5% nelle regioni delle aree meridionali, un +2,1% in quelle centrali, l’1,8% in quelle nord-orientali. In netta controtendenza l’ area insulare con un drastico calo del -15,0%. Stazionaria la situazione nelle regioni dell’area nord-occidentale.
Ad impressionare è il dato della Basilicata con un’impennata del 53,5%. Tra le altre regioni che forniscono il più ampio contributo positivo alla crescita delle esportazioni nazionali l’Abruzzo (+9,7%), la Liguria (+7,7%), le Marche (+5,6%), il Lazio (+3,0%). Contenuto l’aumento delle regioni da sempre considerate locomotiva del sistema produttivo italiano come la Lombardia (+0,8%), il Veneto (+1,3%) e l’Emilia-Romagna (+1,5%), fa segnare un buon incremento il Friuli-Venezia Giulia (+6,3,%). Drammatica invece la situazione in Sicilia (-17,3%) ed in Sardegna (-10,9%). Colpisce anche il calo del Piemonte (-3,0%).
Dal punto di vista merceologico incide l’aumento delle vendite di autoveicoli dalla Basilicata, di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Liguria e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche. Sono questi i settori che contribuiscono alla crescita dell’export nazionale per un punto percentuale e che bilanciano la diminuzione delle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati dalla Sicilia e di autoveicoli dal Piemonte. Queste due tipologie di produzione fanno perdere mezzo punto percentuale alle vendite nazionali sui mercati esteri.
Secondo le elaborazioni effettuate dall’Istat le vendite dalla Basilicata e dal Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti e quelle dalla Toscana verso la Svizzera e la Francia forniscono un impulso positivo all’export nazionale, mentre flettono le vendite del Piemonte verso gli Stati Uniti e del Lazio verso il Belgio. Le città con le migliori performance sono Potenza, Milano, Frosinone, Trieste, Ascoli Piceno, Chieti, Roma, Padova, Bergamo e Verona, mentre le province che contribuiscono in misura maggiore alla diminuzione delle vendite sui mercati esteri sono Torino, Siracusa, Latina, Varese e Cagliari.