Cari Watson, la vostra Patti Holmes vi accompagna il 26 e 27 gennaio a Santo Stefano Medio, caratteristico villaggio messinese situato alle pendici dei monti Peloritani e diviso in due parti dal torrente Santo Stefano, per i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate e la XIV Edizione della Sagra a lui dedicata.
Pillole su Santo Stefano Medio
- Il villaggio prenderebbe il nome da un abate basiliano, tale Stephanus, che era il priore della prima chiesa costruita in contrada “Bruca”.
- Gli aggettivi Medio e Mezzano (i cui corrispettivi latini medius e medianus si traducono con “frapposto, situato a metà strada” ) fanno riferimento alla collocazione geografica del paese, incastonato tra Santo Stefano di Briga e Santa Margherita.
- Per un certo periodo di tempo, il villaggio fu chiamato Santa Maria dei Giardini.
- La sua origine è stimata attorno al XII secolo, quando i monaci basiliani costruirono una chiesa dedicandola a Santa Maria e a San Costantino. Il sacerdote officiante indovinate come si chiamava? Stephanus e il casale prese il suo nome.
- Agli inizi del XV secolo un’inondazione distrusse il villaggio e anche la chiesa basiliana che fu ricostruita al centro del paese e intitolata a Santa Maria dei Giardini, mutando anche il nome del villaggio che si chiamò come la sua santa protettrice. Nello stesso periodo fu introdotta la coltivazione del gelso indispensabile per l’allevamento del baco da seta che permise lo sviluppo di una fiorente attività artigianale che raggiunse il suo culmine nel XVI secolo.
- Con la Rivolta antispagnola di Messina del 1674-78, anche il territorio di Santo Stefano Medio, com’era già toccato agli altri casali, venne confiscato e messo all’asta, divenendo proprietà di alcuni signorotti locali che, incrementando la coltivazione degli agrumi, determinarono una profonda crisi dell’attività serica che, sebbene non sparita del tutto, continuò stentatamente sino agli anni quaranta del XX secolo, quando cessò per la forte concorrenza delle fibre sintetiche.
- Da visitare: la meravigliosa Chiesa Madre dedicata a Santa Maria dei Giardini con una facciata barocca che lascia senza fiato; i ruderi del castello detto “dei Saraceni” e, alle spalle, lungo la collina, il borgo dove fra “bagghi” e “curtigghi” si svolgeva la vita all’ombra rassicurante del maniero.
Festa di Sant’Antonio Abate
Una manifestazione molto sentita che ha i suoi momenti più suggestivi nell’accensione e benedizione de “u focu di Sant’Antonio”; Canti e balli tradizionali de “I Carbunari di Saponara”; Degustazione di prodotti tipici: maccheroni al sugo di maiale, panini con porchetta, panini con salsiccia, dolci tipici e vino locale; Benedizione degli animali; Processione del secolare Simulacro per le del paese che si conclude al calar della sera e, subito dopo, la pantomima de “U camiddu e l’omu sabbaggiu” che richiama una moltitudine di curiosi, meravigliata dagli straordinari effetti luminosi e acustici. I festeggiamenti si concludono con lo spettacolo dei giochi pirotecnici. Un appuntamento imperdibile per un fine settimana davvero indimenticabile.
PROGRAMMA
Sabato 26 gennaio
Alle 18
Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Giuseppe Giunti, parroco delle parrocchie di Massa San Giovanni, Massa S. Lucia e Massa S. Giorgio con la partecipazione delle comunità delle Masse e con la partecipazione dei portatori. Preghiera dei portatori.
Alle 19
Accensione e Benedizione del fuoco – breve processione con il simulacro di Sant’Antonio Abate.
Alle 20
XIV Sagra di Sant’Antonio
Domenica 27 gennaio
Alle 10
Benedizione degli animali nel torrente (pressi grande falò)
Alle 11
Celebrazione Eucaristica presieduta da padre Pino Grillo
Alle 20 – Piazza Santa Maria dei Giardini)
Pantomima “U Camiddu e l’Omu sabbaggiu”
Spettacolo pirotecnico
Fino a domenica 27 gennaio: mostra dei ricami e pesca di beneficenza nel saloncino sopra la Sacrestia.
Viva Sant’Antonio Abate.