L’obiettivo è uno e chiaro: chiudere nelle giornata di oggi la partita della Finanziaria in II Commissione Bilancio.
Solo la mozione di sfiducia al presidente della Regione Renato Schifani è riuscita a fermare (in parte) i lavori della Commissione presieduta da Dario Daidone. Nonostante l’intero pomeriggio sia stato occupato dalla discussione a Sala d’Ercole, la mattinata in realtà si è rivelata molto produttiva con l’approvazione di numerosi emendamenti governativi. Dopo la lunga pausa, la seduta è ripartita al termine della votazione dell’atto in aula per tracciare il percorso da compiere oggi.
Nella mattinata è stato portato avanti un altro vasto capitolo. Nell’ordine si è proceduto e si continuerà con gli ordinamentali, gli aggiunti e, in coda, le tabelle, che chiuderanno il cerchio. La Commissione Bilancio è stata poi sospesa e proseguirà a partire dalle 14:30 circa, a causa degli impegni istituzionali dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, per incontrare il governatore.
Proprio gli emendamenti governativi, già anticipati da ilSicilia.it (CLICCA QUI), nascondo diverse novità. Ma andiamo nel dettaglio, con un focus sulle misure più corpose volute dal governo regionale.
Esportazioni e allarme dazi
Di grande attualità sono i provvedimenti legati alle esportazioni, considerando il periodo storico fortemente segnato dai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e che rischiano di mettere in ginocchio i prodotti siciliani, come vino, olio e non solo. Si tratta di 10 milioni di euro da destinare all’abbattimento degli interessi sui mutui in essere dal 1° luglio 2025 erogati alle micro imprese e PMI aventi un’unità produttiva nel territorio della Regione. In tal senso l’assessorato alle Attività Produttive avrà il compito di: studiare e analizzare i principali mercati di sblocco, in linea con le politiche nazionali di settore; stilare un piano per l’internazionalizzazione delle produzioni siciliane vocate all’export; avviare iniziative dedicate ad aprire nuovi mercati; prevedere interventi di accompagnamento per il sistema imprenditoriale nell’affrontare la transizione ai cambiamenti in atto.
La “norma Portogallo” e il richiamo delle terra natia
Attenzione anche ai tanti siciliani lontani della propria terra natia. In Commissione Bilancio, infatti, è passata anche la cosiddetta “norma Portogallo”. Ma di cosa si tratta? Un passo per rendere la Sicilia più attrattiva per i siciliani (e non solo) che vivono all’estero, guardando ai modelli di successo portoghese e madeirense e che mette la Regione in competizione reale per attrarre capitale umano e investimenti dalla propria diaspora. Una norma rivolta ai circa 700mila iscritti all’Aire, ma si calcola in 5 milioni il numero dei potenziali interessati.
Il fine è quello di contrastare lo spopolamento e favorire l’insediamento di nuovi nuclei familiari, attrarre capitale umano e stimolare il mercato immobiliare regionale, viene istituito un contributo a fondo perduto. Il provvedimento è destinato alle persone fisiche che: trasferiscono la residenza dall’estero in Italia e stabiliscono il domicilio fiscale in Sicilia; acquistano un immobile o realizzano interventi edilizi in Sicilia entro 12 mesi dal trasferimento; percepiscono redditi di lavoro dipendente, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente pensioni imponibili in Italia; mantengono il domicilio fiscale in Sicilia e la priorità dell’immobile acquistato o ristrutturano sino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di trasferimento della residenza. Sono previsti 5 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2027 e 15 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2028. Sulle stime degli esercizi finanziaria 2029-2031 sono previsti: 20 milioni nel 2029, 15 milioni nel 2030 e 5 milioni nel 2031.
Tutte le novità sulla Crias
Le novità sulla Cassa regionale per il credito alle imprese artigiana erano state anticipate qualche settimana fa da ilSicilia.it, che ne aveva parlato con il presidente della I Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate, che da tempo segue il comporto e già nei mesi precedenti aveva presentato delle iniziative (CLICCA QUI).
Nello specifico, un emendamento riguarda il fondo unico a gestione separata della Crias, l’altro l’incremento della dotazione finanziaria del fondo unico a gestione separata Crias per le imprese agricole per l’emergenza siccità e per la pesca.
Il primo nasce con il fine di sostenere lo sviluppo delle imprese artigiane siciliane e autorizza l’assessorato regionale per l’Economia per l’esercizio finanziario 2026 a trasferire al Fondo unico a gestione separata istituito presso la Crias l’importo di 5 milioni di euro per gli interventi in favore delle imprese artigiane. Fortemente voluto dalle associazioni di categoria, si consente alle imprese artigiane che usufruiscono dei finanziamenti agevolati concessi dalla Crias, nelle more dell’imminente transito ad Irca, di ricevere le erogazioni in tempi brevi. Oggi, a causa dell’esigua disponibilità finanziaria del fondo unico, le imprese non hanno certezza dei tempi di erogazione dei finanziamenti, e non possono programmare gli interventi necessari a restare competitivi nei mercati regionali, nazionali e comunitari.
Il secondo, autorizza il Dipartimento per le risorse agricole e della pesca, per l’esercizio 2026, a trasferire alla Crias l’importo di 5 milioni di euro. Oltre a modificare alcuni aspetti del finanziamento scorte per le imprese agricole, il Dipartimento è così autorizzato, attraverso la Crias, nelle more dell’imminente transito ad Irca, a concedere altre tipologie di finanziamento in favore delle imprese agricole applicando la procedura valutativa a sportello e nei limiti del regolamento “de minimis”.
Tutte le misure per il comparto agricolo
Non solo Crias. Nonostante l’agricoltura sia stata “dimenticata” in un primo momento, in queste battute dell’esame della Finanziaria il comparto è entrato a gamba tesa. Basti pensare ai fondi previsti per stabilizzare il personale meccanizzazione (trattoristi) Esa, impegnati in attività di manutenzione delle infrastrutture rurali anche in regime convenzionale con Comuni ed altri Enti pubblici. Per l’esercizio finanziario del 2026 oltre 2 milioni mentre 2027 1,8 milioni. Per l’acquisto di beni e servizi occorrenti all’espletamento degli interventi, come mezzi, carburanti o beni consumabili, per gli esercizi 2026-2027 638mila euro.
Poi ancora, 10 milioni di euro sono stati previsti a sostegno delle aziende agricole per i danni da plasmopara viticola. L’intervento consente di incrementare proporzionalmente gli importi già riconosciuti ai produttori colpiti dall’evento calamitoso degli attacchi delle colture viticole da peronospora.
Altro intervento sostanzioso riguarda i 4 milioni di euro, per gli esercizi finanziaria 2026, 2027 e 2028, per la mutualizzazione del rischio in agricoltura. La norma introduce un regime d’intervento in favore delle aziende agricole siciliane per l’accesso a strumenti di mutualizzazione del rischio da eventi atmosferici avversi. L’intervento prende ispirazione da strutture simili nella struttura e nelle finalità a quanto già implementato da altre Regioni, come il Friuli Venezia Giulia, e intende favorire l’accesso alle coperture assicurative in campo agricolo. Il regime di aiuto si pone ad integrazione di quello già istituito a livello nazionale, l’Agricat, limitato a danni da gelo, alluvioni e siccità.
Edilizia e sostegno abitativo
Tra i provvedimenti più corposi vi l’emendamento per il recupero di edifici situati nei centri storici e zone omogenee, per il sostegno abitativo alle giovani coppie e per l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici siciliani.
I centri storici della Sicilia sono un tesoro artistico e culturale straordinario, ma anche una grande occasione economica grazie al turismo. Molti di essi, però, oggi sono degradati, semi-abbandonati, senza negozi né vita, e questo allontana sia i residenti sia i turisti. La misura intende invertire la tendenza con un aiuto della Regione. Un ritorno alla formula già adottata tra il 2009 e il 2017, quando furono erogati oltre 150 milioni di mutui agevolati per il recupero dei centri storici.
La Regione attiverebbe tre linee di mutui agevolati fino a 300mila euro a tasso zero, compreso l’intero costo dei lavori. L’obiettivo è quello di ridare vita e bellezza ai nostri paesi e città, aiutare i giovani a mettere su casa e prepararci per tempo alle nuove regole europee sull’energia.
In primis per il recupero dei centri storici e per gli immobili vincolato. Chiunque possieda un immobile nel centro storico, in zona A o vincolato può fare restaurare l’immobile, apportare l’adeguamento sismico e il recupero funzionale, anche solo in una parte, sia per uso ‘casa’ sia per uso differente, purché l’edificio resti prevalentemente residenziale.
Per le giovani coppie sposate da almeno un anno, con almeno un coniuge sotto i 35 anni, residente in Sicilia e con un Isee familiare fino ai 40mila euro. Il mutuo serve per comprare o ristrutturare la prima casa, in cui i coniugi devono vivere per almeno 10 anni.
Poi, sarà possibile effettuare l’efficientamento energetico. Tutti i proprietari con nessun limite di età possono effettuare lavori per portare l’immobile in classe energetica A (A1- A4).
Il cittadino dovrà restituire solo il capitale, senza interessi. Il Dipartimento Infrastrutture avrà il compito di controllare ogni anno che i lavori siano stati fatti e che i beneficiari rispettino gli impegni. In caso contrario recupera i soldi versati.
Sono stai stanziati 7,5 milioni di euro all’anno per il 2026, 2027 e 2028 (totale 22,5 milioni). Con questi fondi si prevede di aiutare circa 260 famiglie ogni anno. È la stessa formula che aveva già funzionato molto bene tra il 2009 e il 2017 oltre 150 milioni di mutui agevolati erogati.
Lotta al disagio sociale
Per chiudere, tra le tante iniziative, è previsto anche un milione di euro per il contrasto al disagio sociale.
Il fondo potrà essere impiegato per per l’avvio di progetti pilota che sviluppino programmi educativi, sociali, culturali ed economici, di inclusione e di contrasto strategico alla povertà educativa e materiali e ai fenomeni della marginalizzazione, della dispersione e dall’abbandono scolastico, proseguendo l’obiettivo di sfidante della trasformazione di aree fragili e contesti a rischio di degrado con conseguente emancipazione socio-economica e sviluppo di interi quartieri delle città siciliane.



