In un’epoca in cui la medicina ha compiuto passi da gigante, la questione del fine vita continua a essere un terreno di acceso dibattito. Mentre alcuni sostengono la necessità di liberalizzare il suicidio assistito, un crescente numero di esperti, operatori sanitari e associazioni si schiera fermamente a favore delle cure palliative, sottolineando l’importanza di un approccio umano e rispettoso nei confronti delle persone più fragili.
Le cure palliative rappresentano un modo per accompagnare i pazienti e le loro famiglie nei momenti più difficili, offrendo sollievo dal dolore e supporto psicologico. Tra le realtà che incarnano questi valori, spicca Samo Onlus, un’organizzazione che da 35 anni in Sicilia opera a domicilio per fornire assistenza sanitaria e psicologica ai malati inguaribili. Samo Onlus è un esempio di come la cura e l’umanizzazione possano fare la differenza nella vita dei pazienti, garantendo loro dignità e rispetto fino alla fine.
Luigi Zancla, presidente di Samo Onlus, ha recentemente dichiarato: “Se venisse approvata una legge che permette il suicidio assistito, sarebbe l’ennesimo attacco alla dignità umana e in particolare alla vita dei più fragili. Il nostro compito è valorizzare ogni istante della vita, offrendo supporto e amore incondizionato”.
La posizione di Samo Onlus e di altre organizzazioni simili si basa sulla convinzione che la vita, in tutte le sue fasi, meriti di essere vissuta con dignità e rispetto. Le cure palliative non sono solo un’alternativa al dolore fisico, ma rappresentano un modello di assistenza che mette al centro l’essere umano, con tutte le sue fragilità e speranze. Laddove invece si introducono dei “criteri” per ammettere il suicidio, si cade in una logica eugenetica, che mina i valori fondamentali della nostra società. Chi “resta accanto” ai pazienti e alle famiglie, come nel caso della nostra associazione – continua Zancla – già sa che sono “soluzioni” semplicistiche l’eutanasia e il suicidio. Una persona sofferente ha bisogno di sentirsi dire dal suo prossimo: “Io resto con te” perché nei fatti si muove un’assistenza efficiente per il bene del paziente, e a 360°, che permette di sperimentare tutta l’attenzione e la cura degli operatori sanitari a casa propria.
A prescindere dall’inguaribilità la popolazione mondiale invecchia sempre di più ed è fondamentale che la società continui a investire in queste forme di assistenza, promuovendo una cultura della vita che si opponga fermamente a soluzioni drastiche come il suicidio assistito. Le parole di Luigi Zancla risuonano come un appello a proteggere i più vulnerabili, garantendo loro una qualità di vita dignitosa fino all’ultimo respiro.
In conclusione, il vero progresso si misura non solo attraverso l’innovazione tecnologica, ma anche attraverso la nostra capacità di umanizzare la cura e di riconoscere il valore intrinseco della vita. Le cure palliative offrono una via di compassione e dignità, un faro di speranza per chi affronta la fase finale del proprio percorso terreno.
