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La ripresa dei lavori

Finite le ferie all’Ars, dalla manovra quater al futuro del centrodestra: da cosa si ripartirà

martedì 9 Settembre 2025

Si torna tra i banchi di Palazzo dei Normanni. Ad un mese dall’approvazione della manovra ter, che ha sancito l’inizio delle “ferie”, l’Ars è pronta a ripartire, tra questioni lasciate in sospeso e nubi da schiarire.

Il testo definitivo votato nei primi giorni di agosto ha lasciato dietro di sé parecchi strascichi e non pochi punti interrogativi sul futuro della maggioranza che sostiene a Sala d’Ercole il Governo Schifani. Da allora sono passate quattro settimane. Un tempo non comunque sufficiente per mettere da parte scontri e dissapori. Non si è trattato infatti di un mese di armistizio. Gli stralci continuano a volare e al centro, all’origine, delle tensioni sono sempre loro: i 18 franchi tiratori tra le file di Forza Italia, Mpa e Fratelli d’Italia che hanno appoggiato la linea dura adottata dalle forze di opposizioni (CLICCA QUI).

Per gli azzurri, inoltre, non sarà un mese semplice. Sullo sfondo c’è anche il congresso regionale. Una vera e propria svolta storica che oltre i coordinatori territoriali decreterà per la prima volta anche quello regionale. Da un lato Marcello Caruso, attuale coordinatore, si è già esposto annunciando la propria candidatura (CLICCA QUI), dall’altro il fronte opposto, come l’eurodeputato ed ex assessore regionale all’Economia Marco Falcone che ha aperto a nuovi scenari, accusando parte del partito di essere poco propenso alla discussione interna su alcuni temi (CLICCA QUI). E il presidente Renato Schifani? Il governatore si era espresso sull’argomento dal palco dell’Etna Forum, mettendo in guardia i suoi da eventuali spaccature: “Quando si innova possono nascere competizioni, ma questa è la democrazia. Non deve però tradursi in polemiche esterne. Il confronto deve restare interno, perché divisioni pubbliche non giovano all’immagine del partito. Mi auguro che eventuali tensioni si spengano presto(CLICCA QUI).

Dunque, da cosa si ripartirà? Senza ombra di dubbio la portata principale è rappresentata dalla manovra quater. Salvo sorprese, gli articoli dovrebbero contenere gli emendamenti aggiuntivi rinviati e i cosiddetti fondi per i territori, pari a 35 milioni di euro. Toneranno con molta probabilità in aula anche i provvedimenti al centro della discordia: i 3 milioni per l’editoria e i 10 milioni per i laghetti aziendali in agricoltura. Grande attesa per i circa 7,5 milioni da destinare alla stabilizzazione dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica e l’incremento delle risorse per sostenere le attività degli Asacom, aiutando Comuni e Province a garantire il servizio di assistenza svolto da figure specialistiche professionali che supportano persone con disabilità, in particolare studenti, nello sviluppo dell’autonomia e nella comunicazione, sia a scuola che in altri contesti.

Queste le prime indicazioni certamente al centro del dibattito. L’unica cosa certa al momento è che i primi colpi andranno in scena all’interno delle Commissioni. Oggi ripartiranno ufficialmente le sedute e il Documento di economia e finanza regionale (Defr) per gli anni 2026-2028, da programmazione, sarà il grande protagonista. Ma non solo. Due tra tutte le questioni lasciate in sospeso: la nuova rete ospedaliera in VI Commissione Salute e il ddl sulla riforma dei dirigenti regionali in II Commissione Bilancio.

Insomma, nell’ampio calderone dell’Ars non manca veramente nulla all’appello. Questi primi due giorni potranno già rivelarsi una sufficiente bussola per comprendere l’evoluzione che la politica siciliana assumerà fino al termine di un anno turbolento, tra un centrodestra segnato dalle fratture e inchieste giudiziarie che hanno reso il clima ancora più teso.

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