Ricevere una cartella esattoriale non è mai una buona notizia per i contribuenti, a maggior ragione se l’oggetto dell’imposizione tributaria è frutto di un errore o di un’imprecisione da parte dell’amministrazione finanziaria. Negli ultimi mesi migliaia di siciliani hanno ricevuto almeno una cartella di pagamento da parte dell’Agenzia dell’Entrate. In buona parte dei casi, tuttavia, sussiste più di un motivo per riflettere ed informarsi prima di pagare quanto richiesto. Non sempre il credito fiscale vantato dall’ente è legittimo.
Per trovare delle spiegazioni a quanto sta avvenendo, occorre fare temporalmente un passo indietro. Nel 2005 l’attività di riscossione passò a Serit Sicilia ed Equitalia Holding che si declinava nelle tre “sezioni” (Nord, Centro e Sud). Appena quattro anni più tardi venne creata la holding Riscossione Sicilia S.pA., assorbita con fusione inversa da Serit, seppur mantenendo la propria denominazione. La situazione è poi rimasta invariata fino al 2021.
Situazione abbastanza anomala questa, perché si trattava dell’unico caso in Italia in cui i servizi di riscossione non venivano affidati ad Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma all’ente pubblico di diritto economico regionale. Nell’Isola, infatti, l’esercito degli “esattori” si trovavano sotto la supervisione della Regione Siciliana, che ne deteneva quasi il 100% delle azioni.
Attraverso il decreto legge 25 maggio 2021 numero 73, convertito nella legge 23 luglio 2021 numero 106, il governo nazionale disponeva lo scioglimento e la cancellazione dal registro delle imprese di “Riscossione Sicilia S.p.A.”, imponendo che subentrasse a questo ente il braccio operativo dell’Agenzia delle Entrate, cioè la Agenzia delle Entrate-Riscossione, che già da anni era attiva su tutto il resto del territorio italiano.
Tuttavia, è proprio da questo passaggio che sono iniziati i primi problemi. L’ente sottoposto al controllo e all’indirizzo operativo dell’AdE, quasi immediatamente, è succeduto a titolo universale nelle posizioni giuridiche attive e passive della vecchia Riscossione Sicilia S.p.A.. Ma l’allineamento dei sistemi informatici tra i due soggetti è stato completato soltanto a partire da novembre 2022. Pertanto, per circa un anno, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrebbe aver operato sulla base di dati incompleti, iscrivendo a ruolo ipotetici debiti tributari e notificando cartelle esattoriali ai contribuenti.
Inoltre, anche quando i sistemi informatici sono stati pienamente sincronizzati tra i due enti, continua a sussistere un’annosa problematica: la lentezza nelle comunicazioni di avvenuto pagamento. Non è raro che i contribuenti possano vedersi notificare degli avvisi bonari o delle cartelle per somme già versate al fisco.
Per alcuni tributi come l’Imu o il bollo auto, il cui gettito fiscale viene percepito rispettivamente dai Comuni e dalla Regione Siciliana, spetta a questi ultimi l’onere di comunicare la percezione delle entrate tributarie all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Ma talvolta può anche avvenire un’“impasse” in questa catena informativa, specie nel caso delle sanatorie. L’imposta potrebbe essere stata pagata dal contribuente, ma senza che il fisco ne sia venuto a conoscenza. I soggetti impositori, come gli enti locali, potrebbero aver comunicato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione l’iniziale mancato pagamento da parte del contribuente. Tuttavia, la stessa solerzia e rapidità informativa potrebbe non esservi stata nei confronti dell’amministrazione finanziaria, ove il debitore abbia successivamente pagato, seppure in ritardo.
Questa situazione ha generato parecchia confusione. Ad esempio, migliaia di siciliani hanno ricevuto negli ultimi mesi cartelle esattoriali o avvisi di pagamento per il bollo auto degli anni precedenti. Ciò deriva da una condizione di sovrapposizione normativa e disallineamento temporale tra efficacia delle disposizioni e pagamenti delle tasse annuali.
A complicare ulteriormente la situazione, c’è anche una strutturale carenza di personale negli uffici dell’Agenzia delle Entrate, che rappresentano il punto di riferimento affinchè l’utenza possa ottenere chiarimenti personali sulla propria vicenda debitoria. AdE sta già provando a ovviare a questa problematica attraverso l’annuncio di numerose assunzioni, mediante un concorso pubblico, che verrà bandito entro il 2024.
Ad oggi, per gli utenti più “smart” è anche possibile ottenere assistenza online inviando una e-mail dal sito ufficiale dell’ente, oppure attraverso un contact center telefonico che è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16.