“Si è fatto buio nelle vite delle vittime, delle loro famiglie, di Ravanusa e di Campobello di Licata dove abitavano Selene e Giuseppe e dove sarebbe arrivato il piccolo Samuele che non ha fatto in tempo a nascere, ma che era a pieno titolo uno di noi”. Lo ha detto l’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano che sta officiando, in piazza Primo Maggio, i funerali solenni delle vittime della strage di via Trilussa a Ravanusa riferendosi al bimbo in grembo alla donna morta col maruto a causa dell’esplosione di gas.
“Che senso ha tutto questo? Me lo chiedo insieme a voi – prosegue monsignor Damiano – . Una tragedia che forse una maggiore prudenza e attenzione avrebbe potuto evitare. Da questa, come da tante tragedie della storia, dobbiamo rialzarci. Lo dobbiamo in particolare per quella creatura che ha visto la luce della resurrezione senza vedere la luce di questo mondo“.
Ad ascoltare l’omelia dell’arcivescovo, in silenzio, alcuni abbracciati e coperti da un manto di lana, i familiari delle 10 vittime. I feretri sono stati sistemati, fra lo straziante e disperato pianto dei familiari, in piazza Primo Maggio dove il silenzio è surreale. Schierati, in alta uniforme, ai piedi dell’ ingresso della chiesa Madre, tutte le forze dell’ordine. Nelle prime file, indossando la fascia tricolore, ci sono tutti i sindaci dell’Agrigentino.
Su uno dei balconi che si affaccia sulla piazza, uno striscione con la scritta: “Dio vi accolga fra le sue braccia – io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà“.
Ad assistere alla cerimonia funebre, in divisa e indossando gli stessi caschi utilizzati nei giorni di soccorso e ricerche, decine di vigili del fuoco. Al bordo della piazza anche un camion dei pompieri.
A perdere la vita sotto le macerie sono stati: Pietro Carmina, 68 anni, professore di storia e filosofia amatissimo dai suoi studenti, la moglie Carmela Scibetta, dirigente a capo degli Affari sociali, 60 anni; Maria Crescenza Zagarrio, 69 anni; Calogera Gioacchina Minacori, 59 anni; l’infermiera Selene Pagliarello, 30 anni, incinta di Samuele che sarebbe dovuto nascere mercoledì scorso e per il quale è stato posto un fiocco azzurro sulla bara; il marito Giuseppe Carmina 35; Angelo Carmina 72 anni; Giuseppe e Calogero Carmina, padre e figlio di 60 e 33 anni, gli ultimi due dispersi trovati martedì sotto le macerie del garage della villetta di via Trilussa.
Sono 40 gli edifici interessati dallo scoppio di metano che ha coinvolto un’area di 10 mila metri quadrati.