Tutti scontenti. Nessuno contento. Al Comune di Palermo l’aria si è fatta nuovamente tesa. Dopo un inverno complicato, il sindaco Roberto Lagalla si ritrova nuovamente ad affrontare i malumori della sua maggioranza. In un mese di aprile in cui il Consiglio Comunale ha operato a regime ridotto, con pochissime delibere esitate, non sono mancati i momenti di tensione nella coalizione. Fatto acuito dalle prossime elezioni provinciali in programma il 27 aprile e dai movimenti intestini nel centrodestra. E non è da escludere che da quest’ultimi derivino ulteriori richieste di cambiamenti all’interno dell’esecutivo comunale.
Tre consiglieri hanno lasciato il proprio partito
Sono tre i movimenti registrati in poche settimane a Sala Martorana. Giuseppe Mancuso ha lasciato Lavoriamo Per Palermo per accasarsi a Noi Moderati. Natale Puma ha salutato i colleghi di Fratelli d’Italia e a breve dovrebbe rimpolpare il gruppo politico della Democrazia Cristiana. E infine Ottavio Zacco ha abbandonato la compagnia di Forza Italia, mettendosi in attesa al Gruppo Misto. Qualcuno ha associato il suo nome a quello di Lavoriamo Per Palermo, gruppo del sindaco, ma di ufficiale non c’è ancora nulla. Sussulti di una coalizione non proprio tranquilla, resa ancora più fibrillante dalle polemiche interne.
Forza Italia non è soddisfatta
C’è insoddisfazione ad esempio in casa Forza Italia. Gli azzurri hanno puntato i piedi sulla rimozione dalla Giunta dell’ex assessore alle Politiche Sociali Rosi Pennino. Al suo posto è subentrata Mimma Calabrò, ex sindacalista e profilo gradito alla dirigenza regionale del partito. Ciò non senza una sequela di polemiche avvenuta sotto traccia, ma poi emersa in tutta la sua magnitudo. Una “forzatura” che il sindaco non ha mancato di sottolineare perfino nella delibera di nomina della stessa Calabrò. Atto nel quale l’ex Rettore ha fatto però uno “scherzetto” agli azzurri, passando la delega alla politiche migratorie a Fabrizio Ferrandelli, assessore in quota Lavoriamo Per Palermo. E qui Forza Italia non ha mancato di rappresentare le proprie perplessità. Il gruppo consiliare a Palermo ha parlato di “scelte unilaterali” per le quali si riservano “ogni valutazione politica nelle sedi opportune“. Un modo per mettere i puntini sulle i, anche in vista di eventuali richieste da parte dei partner di coalizione.
La DC potrebbe rafforzarsi ancora
E a tal proposito, gli occhi vengono puntati in casa Democrazia Cristiana. Totò Cuffaro si appresta a rinforzare ancora la truppa centrista a Sala Martorana. Con l’ingresso di Natale Puma (uomo di fiducia dell’ex assessore Andrea Mineo) all’interno del gruppo consiliare, lo scudo crociato potrebbe contare su sei consiglieri. Gli stessi sia di Forza Italia che di Fratelli d’Italia. Solo che, ad oggi, la DC vanta solo un assessore in Giunta. Ciò a fronte dei tre di FdI (e di cui uno è il vicesindaco Giampiero Cannella) e dei tre di FI (a cui si aggiunge la presidenza del Consiglio Comunale di Giulio Tantillo). Insomma, a guardare il manuale Cencelli le sproporzioni sono evidenti. Fatto per il quale nel centrodestra si ipotizzano future compensazioni. Sulla questione è previsto un vertice di maggioranza, da tenersi dopo le elezioni provinciali. Ciò dopo il rinvio di quello in programma nella giornata di ieri.
L’appuntamento delle elezioni provinciali
Già, le elezioni provinciali. Un momento elettorale che nessuno voleva affrontare. Quantomeno non con il voto di secondo livello. E invece, a dieci anni dall’approvazione della legge Delrio, i coordinamenti politici di tutta l’Isola dovranno averci a che fare. Un momento che servirà, sostanzialmente, per esprimere l’attuale peso politico di ogni partito. Il voto ponderato consentirà infatti una certa “tracciabilità del voto”, anche se il rischio di vedere franchi tiratori in azione non è di certo da escludere. Alcuni partiti hanno scelto la strada di candidare consiglieri eletti nel capoluogo siciliano (Forza Italia, Lega, Lavoriamo Per Palermo, L’Alternativa), mentre altri hanno optato per la scelta opposta (Partito Democratico, Democrazia Cristiana, Fratelli d’Italia).
La battaglia di principio di FdI sui gettoni delle commissioni
E proprio in Fratelli d’Italia si registra un certo fermento. Fra gli animi più caldi al momento c’è quello del capogruppo Giuseppe Milazzo. L’eurodeputato sta portando avanti una sorta di battaglia di principio sul gettone di presenza per le commissioni consiliari. Un percorso iniziato dopo lo sconfinamento di competenza della III Commissione (Partecipate) con il sopralluogo effettuato in via Tiro a Segno. Un gesto mai accettato fino in fondo sia dallo stesso Giuseppe Milazzo che dalla collega di partito Teresa Leto. Fatto per il quale Milazzo, presidente della commissione Bilancio, non voleva convocare il proprio ente di riferimento fino a quando la questione non si fosse chiarita. E invece il resto della commissione ha deciso di fare da sé, stabilendo il calendario dei lavori per la prossima settimana. Uno sconfinamento che, con le tariffe TARI da votare e la variazione di bilancio alle porte, potrebbe portare altra instabilità.