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L’VIII edizione di I-design ha inaugurato presso i locali di Spazio Centotre l’esposizione di gioielli artigianali del designer Alexander Blackwood, conosciuto come Sasha, proveniente da Montreal, Canada, e molto conosciuto in Europa.
La sua passione per i gioielli, come ci dice nella video intervista, nasce da subito al fianco del padre, John Blackwood, che emigrò con la madre da Dresda in Germania negli anni ’50 a Montreal dove aprirono un piccolo negozio di gioielli.
Blackwood, sin da piccolo, aveva una passione per l’arte e trascorreva le ore dopo la scuola a praticare nel laboratorio del padre e ad assistere gli orafi nel loro lavoro. Nei primi anni ’70 si trasferì a Caracas, in Venezuela dove fu affascinato dal vero spirito bohemien che vi si respirava.
Ispirato dalla terra e dalla gente che vi incontrò coltivò la sua passione per il design del gioiello e iniziò a realizzare pezzi unici personalizzati. Tornato a Montreal dopo 6 anni, lavorò con suo padre come orafo, assumendo il ruolo di capo designer e ridisegnando il brand dell’attività di famiglia in uno stile più contemporaneo: il nuovo marchio ebbe un enorme successo.
La collezione che Blackwood ha portato in esposizione a Palermo, e per la prima volta in Sicilia, consta di alcuni pezzi “storici” realizzati molto tempo fa e altri, invece, progettati e realizzati ad hoc per I – design.
Il suo lavoro spazia dalla ispirazione che giunge dalle persone che lo circondano e dal luogo in cui si trova, unendo pietre e metalli preziosi a elementi quali la radica, la plastica, i metalli insoliti o altri materiali durevoli e lavorabili.
Usando le sue tecniche personali e la massima attenzione ai dettagli, nel corso degli anni ha vinto numerosi premi e menzioni d’onore. In particolare, lui e il padre sono stati inclusi nel prestigioso gruppo di designer noto come “Aspects” che, alla fine degli anni ’90, fece conoscere la produzione della ditta a Basilea e nel Nord America, dove ha esposto le sue opere diverse volte.
Dal design dei gioielli al design del packaging per la pasta “Ucciardone”, altro progetto inaugurato in questa edizione della manifestazione nelle vetrine di Spinnato (via Principe di Belmonte, 107) fino al 3 novembre.
I prodotti sono stati realizzati dagli studenti di primo anno del corso di Laboratorio di design di prodotto e di comunicazione tenuto da Angelo Pantina, che ai nostri microfoni spiega la valenza sociale del progetto.
L’obiettivo è quello di creare una nuova impresa sociale autonoma e competitiva sul mercato della produzione di pasta secca di grano duro di Sicilia presso la V Sezione del Carcere Ucciardone che porti non solo all’inserimento lavorativo dei detenuti coinvolti, avviando un processo di rieducazione in carcere, ma soprattutto alla possibilità di creare un nuovo marchio produttivo che possa diffondere la grande qualità del grano duro siciliano.
Un’esposizione di packaging, portatrice di un forte messaggio sociale, che vuole dimostrare alla città come dal processo formativo si possa giungere alla professione di designer, pur nell’estrema difficoltà del contesto.
Lo spirito della mostra si potrebbe sintetizzare nello slogan “dalla formazione alla produzione”.