Statunitense, appartenente all’ordine agostiniano e vescovo in Perù. Il Cardinale Robert Francis Prevost è un vero e proprio outsider americano per il prossimo Conclave e anche se non è noto al grande pubblico da un po’ di tempo i vaticanisti più esperti stanno cominciando a tenerlo d’occhio perché se i cardinali dovessero optare per una figura “Francescana” anzi “Bergogliana” il cardinale Prevost avrebbe tutte le carte in regola per essere un Papa di continuità.
Prevost che è Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo ma soprattutto Prefetto del Dicastero per i Vescovi è nato il 14 settembre 1955 a Chicago. Primi studi teologici in Illinois, poi a Roma per studiare Diritto Canonico all’Angelico. Dall’ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1982 Prevost ha alternato periodi di missione in Perù e incarichi all’interno dell’ordine Agostiniano tra cui quello di Priore Generale dal 2001 al 2013.
L’agostiniano americano diventa vescovo grazie a Papa Francesco che nel 2014 lo nomina Amministratore Apostolico di Chiclayo, in Perù, e l’anno successivo Vescovo della stessa diocesi. La stima di Francesco per Prevost non è un mistero e lo conferma la sua fulminante carriera in Vaticano: nel gennaio 2023, viene nominato da Papa Francesco in una posizione chiave: Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, succedendo al cardinale Marc Ouellet. In questo ruolo, Prevost non ha solo avuto un ruolo chiave nella selezione dei nuovi vescovi ma è stato colui che materialmente ha provveduto a mettere in atto le indicazioni di Papa Bergoglio per la nuova generazione di vescovi cattolici.
Infine il 30 settembre 2023 Prevost viene creato da Papa Francesco cardinale diacono di Santa Monica, un cardinalato che di fatto, pur non essendo troppo famoso, lo ha messo in rampa di lancio per il Soglio petrino.
Prevost pur essendo nato negli Usa quasi sicuramente non sarebbe ben visto dall’attuale amministrazione americana, di certo c’è che è anche un candidato difficilmente digeribile per i conservatori e per quanti volessero prendersi una pausa dal metodo Bergoglio. Dal Perù poi ultimamente sono arrivate voci, puntualmente rilanciate dagli organi di informazione cattolica più conservatori, che accusano il cardinale Prevost di aver coperto, grazie anche alla nomina di un vescovo amico, due preti accusati di pedofilia nella sua diocesi di Chiclayo. Una faccenda che rischia di fermare la corsa dell’outsider americano.