E’ stato presentato, domenica scorsa allo Steri, nell’ambito del Festival delle Letterature Migranti, il coraggioso libro, “Il fantasma di Zabut“, di Antonella Maggio, insegnante elementare di Sambuca di Sicilia (l’antica Zabut, Borgo dei Borghi 2017), introdotto dalla suggestiva eloquenza della professoressa Giovanna Fiume.
Una fiaba che ha per protagonista un piccolo migrante arabo, ma non uno qualsiasi, non solo perché, come lo si direbbe oggi, “di primissima generazione” ma anche perché un principe. Il principino Al Zabut intraprende un lungo viaggio tra le incantate isole del Mediterraneo, una piccola Odissea alla ricerca di una merce preziosa e rara, ieri come oggi, la Libertà.
Un percorso fatto di incontri e scoperte, tra storie, leggende, ospitalità, profumi, sapori e colori. La tappa finale è situata su una collina, un paese nato sotto il segno della libertà. Ad un tratto, la tranquillità del paese è interrotta dal tempestoso arrivo di un prepotente e del suo seguito. Sarà necessario molto coraggio per superare gli ostacoli, allontanare i cattivi e riportare la pace. Ancora oggi l’antica Zabut è città di dialogo, accoglienza, libertà ed amicizia.
Una fiaba per tutti pubblicata da Salvatore Estero, piccolo editore di Sciacca, pensata per piccoli lettori e non solo, poiché reca in sé la forza attualizzante della metafora trattando il tema delle migrazioni e dell’accoglienza. Non a caso la prefazione del libro è affidata all’ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini. La favola è anche il pretesto per raccontare la storia di Sambuca di Sicilia, città di dialogo, ospitalità, libertà ed amicizia. E ancora oggi, tra i suoi sette vicoli saraceni si ode, ogni tanto, la voce del fantasmino Zabut, la voce della libertà che si burla dei prepotenti, tenendoli alla larga dal suo borgo.
In appendice, curate da Daniela Bonavia, schede didattiche che guidano alla comprensione del testo con approfondimenti, attività ed esercizi.