La nuova settimana all’Ars si apre con l’ultimo caso politico scoppiato tra le mura di Palazzo dei Normanni. In quella che doveva essere la settimana della tregua e del ritrovato sereno dopo la tempesta della manovra quater, che ha messo in luce tutte le crepe e i malumori all’interno della coalizione di centrodestra che sostiene il governo Schifani, qualcosa, per l’ennesima volta, non è andato per il verso giusto. L’attenzione, infatti, si è spostata in V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, presieduta da Fabrizio Ferrara e sul parere negativo espresso sullo schema di decreto che individua le modalità attuative del prestito d’onore per gli studenti universitari.
Il fragile equilibrio della maggioranza è stato così nuovamente messo alla prova. La norma, infatti, portata avanti e sostenuta dalla Democrazia Cristiana, è stata approvata nell’ultima Finanziaria. Il gruppo della DC non sembra aver digerito la decisione assunta nel corso dell’ultima seduta in Commissione. Il partito ha optato per il silenzio, alle spalle del proprio segretario nazionale Totò Cuffaro, che ai microfoni de ilSicilia.it ha colto l’occasione per mandare un messaggio agli alleati, descrivendo l’ultimo smacco come “una delle tante storture che stanno succedendo in questo periodo“, sottolineando che “si tratta di scelte che non vanno considerate per il loro coloro politico, ma per quello che sono: buone leggi che il presidente della Regione e alcune parti della maggioranza hanno voluto al fine di dare un contributo serio” (CLICCA QUI). Sintomo che l’ultimo vertice di maggioranza sia stato sì chiarificatore, ma non capace di incarnare l’armistizio finale.
Un rinvio momentaneo, frutto anche di ritardi. Mercoledì scorso era anche l’ultimo giorno utile per esprimere il parere. La necessità di chiarimenti e miglioramenti, relativi alla conoscenza e alla consapevolezza da parte degli studenti sull’impiego di questo nuovo strumento tanto utile quanto delicato, ha spinto così la Commissione a programmare un ciclo di audizioni che prenderanno il via oggi con i rappresentanti degli studenti presso i Senati Accademici, i cda e gli Ersu delle Università di Palermo, Messina e Catania, alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale Mimmo Turano e il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Istruzione, dell’Università e del diritto allo studio Vincenzo Cusumano.
Cosa è successo in Commissione
Il prestito d’onore per gli studenti universitari necessita chiarimenti. Con queste motivazioni la V Commissione ha espresso il proprio parere negativo.
La decisione ha così raccolto all’unanimità tutti i membri riuniti oggi tra i banchi della Commissione. Quest’ultima, infatti, ha ritenuto più opportuno prevedere delle adeguate misure informative per gli interventi, affinché l’adesione a questo strumento finanziario sia consapevole per tutti i ragazzi siciliani. In tal senso l’Irfis, in collaborazione con Ersu, dovrà impegnarsi a chiarire le condizioni e soprattutto i rischi del prestito. Alla decisione, fa appunto sapere la V Commissione, presa in accordo con l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, seguirà adesso un ciclo di audizioni, per incontrare le rappresentanze studentesche.
Un aspetto è certamente da sottolineare. Il parere negativo spiana la strada a dei correttivi e non blocca o cestina la misura. La posizione assunta dalla Commissione, infatti, si muove sulla consapevolezza che le somme sono state già assegnate all’Irfis, restando in attesa di essere erogate (CLICCA QUI).
Cosa prevede la norma
Il prestito d’onore per gli studenti universitari, nonostante le tante differenze, si ispira ad un sistema già ben consolidato e rodato, l’esperienza inglese del “The Education – Student Loans – Regulations 1990“. L’obiettivo è quello di contrastare la diaspora degli studenti siciliani e convincere sempre più ragazzi a restare nell’Isola per costruire e realizzare un futuro nella propria terra d’origine. Sono sempre di più gli studenti che preferiscono lasciare la Sicilia per cercare nuovo opportunità fuori dai confini regionali. Su circa centocinquantamila universitari, circa il 20%, negli ultimi dieci anni, avrebbe preferito iscriversi in altri Atenei italiani o stranieri.
Come si può apprendere dal testo, il prestito sarà erogabile fino ad un massimo di € 10.000,00 e “a fronte degli interessi sul prestito, la Regione Siciliana concede un contributo a fondo perduto agli studenti per il periodo di preammortamento pari alla durata del corso di studi, nonché la garanzia parziale sui prestiti suddetti, attraverso l’Irfis-FinSicilia S.p.a.“.
Tre i requisiti: essere iscritti al primo anno delle Università, degli Istituti universitari, nonché degli Istituti superiori di grado universitario che rilascino corrispondenti titoli accademici, con sede in Sicilia; l’iscrizione agli anni successivi al primo ai corsi universitari e conseguimento di almeno il 50% dei Cfu previsti per ciascun anno accademico; il possesso di un Isee inferiore a ventimila euro alla data di presentazione della domanda.
Gli interessi sul prestito, si legge, “verranno corrisposti, durante il preammortamento, direttamente dalla Regione Siciliana agli istituti di credito aderenti alla misura attraverso Irfis-FinSicilia S.p.A., su richiesta degli stessi istituti, sino ad un massimo euro 250,00 annui per richiedente“. Le risorse finanziarie saranno destinate per la copertura degli oneri e per la costituzione di un fondo di garanzia sino alla misura massima del 30% della somma finanziata dagli istituti bancari e di credito ad ogni richiedente, a tutela del rischio di prima perdita successivo al decorso del preammortamento. Il prestito, come si apprende, verrà restituito “con rate mensili a partire dalla data di conclusione del preammortamento, secondo le modalità stabilite con successivi accordi con gli istituti bancari e di credito. In presenza di una occupazione lavorativa, con prelievo diretto sul pagamento del relativo salario” mentre “eventuali periodi di esperienza lavorativa retribuita, ed associati alla frequenza dei corsi universitari, potranno essere utilizzati per l’addebito anticipato delle rate mensili ai fini del rimborso anche parziale del prestito” (CLICCA QUI).