Una dolce sfida dal sapore amarcord, ma dal retrogusto amaro quanto proibitiva, come inevitabilmente prevedibile alla viglia. A circa otto anni da quel 29 gennaio 2017, il Palermo ritorna a Napoli per affrontare il tanto agognato derby del Sud. Al Maradona, in una gara a senso unico, la compagine di Conte strappa agevolmente la vittoria ai sedicesimi di Coppa Italia, superando il turno e aggiudicandosi gli ottavi di finale contro la Lazio.
Nel 5-0 andato in scena alle pendici del Vesuvio, a fare la differenza è la qualità dei singoli. Le differenze tecnico-tattiche, più evidenti che mai nei primi quarantacinque minuti, sono abissali e ben marcate. Una “gita” da dimenticare per il club di viale del Fante, per Dionisi, incappato come nel 2022, al timone del Sassuolo, in una sonora sconfitta, e per Sirigu; per lui rientro shock.
Il tecnico toscano mischia le carte in tavola schierando un 3-5-2 e fa ampio turnover, cambiando dieci undicesimi della squadra scesa in campo nell’ultima giornata di campionato contro il Cesena. Un’idea di “rivoluzione” condivisa anche da Conte, che mantiene il solo Lobotka dal match contro la Juventus. A tredici anni di distanza Sirigu torna a difendere i pali rosanero. Difesa a tre con Peda, Baniya e Ceccaroni. In mezzo al campo Ranocchia, unico riproposto, fa il suo esordio in zona play, affiancato da Saric e Vasic, al fianco dei quinti di centrocampo, Buttaro e Lund. Chiavi dell’attacco affidate al tandem Le Douaron-Brunori.
Le differenze tra le due compagini è evidente sin da subito. Oltre che per tecnica, i partenopei sovrastano i rosa per corsa e brillantezza, tenendo in mano le redini del gioco e dominando il possesso pallo. I ritmi imposti dagli azzurri si dimostrano insostenibili, l’undici rosanero va in affanno e al dodicesimo minuto si trova già sotto di due reti. La doppietta di un incontenibile Ngonge arriva come una sberla. Protagonista, suo malgrado, Sirigu, incapace di trattenere il mancino dalla distanza del belga. L’uragano Ngonge travolge anche Buttaro, nell’uno contro uno, in occasione del raddoppio.
La retroguardia siciliana traballa sotto i colpi dei campani e all’interno del terzetto Peda appare l’anello più debole della linea difensiva. Il Palermo fatica ad alzare i quinti di centrocampo, soprattutto sul versante di Buttaro, in duello con armi impari con Spinazzola. Più slanciato e propositivo, invece Lund, bravo a sfruttare la propria velocità e a impegnare in più occasioni Mazzocchi. Al diciannovesimo il club di viale del Fante acquisisce coraggio e imbastisce la prima chance. Saric dalla sinistra piazza l’esterno per Le Douaron, ma il francese, in leggero ritardo, non riesce ad agganciare la sfera e sfruttare le leggerezze in marcatura di Juan Jesus e Marin.
Il Napoli abbassa i ritmi e gestisce il gioco. Seppur con timidezza i rosanero alzano la testa ed escono dal guscio, oltrepassando con più convinzione la metà campo. A ridosso della mezz’ora la formazione di Dionisi accarezza anche il gol. I rosa, presi per mano da Brunori, approfittano delle rare sbavature dei napoletani. Il tiro di Brunori supera caprile, ma si stampa sul palo. Il rimbalzo favorisce gli ospiti, ma Le Douaron non riesce a coordinarsi, sparando alto sopra la testa dell’estremo difensore avversario. Prima che cali il sipario i padroni di casa puniscono ancora i siciliani, questa volta su palla inattiva. La pennellata di Neres dalla bandierina pesca l’incornata di Juan Jesus, sfuggito agilmente dalle grinfie di Ceccaroni: 3-0.
In avvio di secondo tempo, rimandato a causa del lancio di fumogeni e l’uso di materiale pirotecnico tra gli spalti dalle tifoserie, la formazione di Dionisi si ripresenta con una piccola marcia in più, dettata dalla consapevolezza di non aver più nulla da perdere. Al cinquantottesimo cambia ancora lo scenario. L’intervento scoordinato di Vasic su Gilmour viene severamente sanzionato con il cartellino rosso, lasciando la propria squadra in dieci.
Nonostante l’inferiorità Brunori è l’unico a crederci ancora, approfittando degli errori in fase di impostazione di Marin, ma il destro molto debole termina largo sul fondo. Il numero nove ci riproverà invano alla soglia del novantesimo. Al sessantesimo, però, il Napoli cala il poker con Neres sfruttando gli strafalcioni di Baniya e Ceccaroni in piena confusione. Lo spirito e la cattiveria della rosa di Conte è tangibile e al primo pallone gli appena subentrati McTominay e Lukaku confezionano il 5-0. Lo scozzese proverà persino il sesto centro di giornata, negato però dalla traversa. Gli unici lampi finali li regalano Gomes e Insigne, subentrati nelle ultime rotazioni, seguito da Lucioni, Segre e Pierozzi. Niente minutaggio anche in Coppa Italia per Appuah. Nel finale Dionisi rischia di rivivere lo stesso incubo vissuto in neroverde, ma viene graziato da Lukaku. Al Maradona termina così con un deludente 5-0.