L’idea di un “ponte verde” fra Cus e Cittadella Universitaria attraverso l’ex parco Cassarà di Palermo continua a prendere quota. Ad appoggiare il progetto è il sindaco Roberto Lagalla. Intervenuto all’inaugurazione del nuovo centro sociale di via Di Vittorio, allo Sperone, il primo cittadino ha risposto a distanza alla proposta avanzata ai microfoni de ilSicilia.it dal Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri. Nei giorni scorsi, il massimo esponente dell’ateneo palermitano ha sostenuto l’idea di una sorta di collegamento fra i due poli universitari attraverso il parco urbano, chiuso dal 2014 a seguito del ritrovamento di agenti inquinanti. Una possibilità di rigenerazione dell’area verde riportata recentemente in auge dalla consigliera comunale del M5S Concetta Amella, la quale ha riesumato un’idea risalente addirittura all’era Cammarata, in particolare ad un percorso intrapreso dall’ex assessore, oggi consulente tecnico del Comune di Palermo, Giuseppe Barbera.
La proposta dell’Università di Palermo

Un progetto importante. Una speranza per tanti soggetti istituzionali della città. Fra questi figura anche l’Università di Palermo. A tal proposito, il Rettore Massimo Midiri ha sostenuto l’idea di realizzare una bretella di poche centinaia di metri per interconnettere la Cittadella Universitaria di viale delle Scienze al Centro Sportivo Universitario di via Altofonte. L’idea è quella di creare un collegamento interno al parco Cassarà, colmando quella distanza in linea d’aria di circa 800 metri che, oggi, costringe professori e studenti a viaggi di diversi chilometri, con tutte le difficoltà dettate dalla configurazione praticamente extraurbana della zona, vista anche la presenza dello svincolo per la SS624 Palermo-Sciacca e la presenza del ponte Corleone di viale Regione Siciliana a poche centinaia di metri.
Lagalla: “Pronti a concedere spazi per aumentare impianti sportivi”

Un’idea di cui è a conoscenza anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla che, ai microfoni de ilSicilia.it, commenta così il progetto. “Ne abbiamo parlato con il Rettore Midiri. Il dato è che siamo in attesa degli esiti degli ultimi campionamenti per la liberazione definitiva dai vincoli ambientali e giudiziari dell’area verde, almeno per i suoi due terzi. Segnatamente, speriamo possa essere ricompresa quell’area che permetterebbe di interconnettere la Cittadella Universitaria al Cus“. Ma il ragionamento fra Comune ed Università di Palermo sarebbe già diretto oltre. “Con il Rettore – aggiunge Lagalla – stiamo lavorando alla concessione di spazi comunali, in quelle stesse pertinenze, per aumentare la disponibilità di impianti sportivi per l’Università e la città nel suo complesso“.
La storia dell’ex parco Cassarà
Come è noto, l’ex parco Cassarà è chiuso dal lontano 2014. Dopo i primi controlli, l’ex parco Cassarà fu suddiviso in tre aree a seconda del livello di inquinamento. Quella su cui si nutrono le maggiori speranze è la “zona verde“, un lembo di terra di circa dodici ettari che ricomprende la parte della struttura più vicina a corso Pisani. Un’area in cui sorgono attualmente alcuni uffici del Coime. Fatto ritenuto “un paradosso” dalla consigliera comunale del M5S Concetta Amella. “Delle due l’una: o l’area verde è inquinata e rimane chiusa al pubblico, oppure non lo è ed è quindi accessibile non solo alle maestranze del Coime ma anche ai cittadini palermitani”, ha dichiarato qualche giorno fa l’esponente pentastellata in un’intervista rilasciata ai microfoni de ilSicilia.it.
Al di là del singolo spazio specifico, per riaprire la zona verde serve un preciso piano di caratterizzazione. Nel 2021 il Comune di Palermo commissionò un primo sistema di controlli per conto del tavolo tecnico creatosi nel frattempo fra i principali soggetti istituzionali. Ma i risultati non furono confortanti. Oggi l’Amministrazione Lagalla ci sta riprovando, con un’integrazione di dodici caratterizzazioni aggiuntive. Costo dell’operazione circa 195.000 euro, prelevati dal fondo di riserva del Comune. Ad occuparsi della procedura è l’assessorato all’Ambiente guidato da Pietro Alongi. La gara, riferiscono dal Comune, è già stata bandita e gli esiti dovrebbero arrivare entro marzo. Solo allora, e in caso di esito positivo, si potrà parlare di riaprire almeno la zona verde dell’ex parco Cassarà. Come confermato dal sindaco, la buona volontà c’è tutta. Ma senza l’ok dei controlli, tutti i buoni propositi rischiano di restare vani.