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Palermo ricorda Giovanni Falcone e come ogni anno lo fa con cortei, manifestazioni e celebrazioni che poco hanno a che fare con l’immagine di una città perennemente a lutto. Il 23 maggio, per il capoluogo, è il giorno della memoria condivisa, sì, ma anche di un ricordo radicato e proiettato in un futuro che ha il colore della speranza.
Erano circa un migliaio le persone che hanno partecipato al corteo che si è mosso da via D’Amelio, luogo dell’attentato al giudice Paolo Borsellino, per raggiungere l’albero di Falcone dove alle 17,58 sono state ricordate le vittime delle stragi mafiose del ’92.
Al balcone di casa della famiglia Borsellino una foto della sorella del magistrato, Rita, scomparsa nell’agosto scorso, e uno striscione con la scritta “Il modo migliore per ricordare oggi Paolo è fare memoria, che significa impegnarsi quotidianamente perchè il passato non torni“.
Tra i manifestanti, oltre a studenti e a giovani scout, anche il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti e alcuni magistrati antimafia come Vittorio Teresi.
Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso si è unita al corteo che, dall’Aula bunker dell’Ucciardone, è confluito poi davanti all’albero Falcone per ricordare la Strage di Capaci.
Borsellino ha sfilato accanto a Maria Falcone, sorella del giudice assassinato. La giornata di commemorazione è terminata sotto l’Albero della legalità, in via Notarbartolo, con il minuto di silenzio scattato alle 17,58, l’ora della Strage di Capaci.
A scandire il momento di raccoglimento, le note del Silenzio seguito da un lungo applauso e dall’inno di Mameli. Migliaia di studenti provenienti da tutta Italia, dopo la cerimonia nell’Aula bunker, hanno sfilato per le strade di Palermo con striscioni che riportavano le frasi dei giudici Falcone e Borsellino, ancora oggi uno sprone per giovani per lottare contro la mafia.
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