L’incendio scoppiato in un palazzo di via Gaetano Daita, a Palermo, è stato domato nel pomeriggio. Anche se il lavoro dei vigili del fuoco è tutt’altro che finito. A fare il punto sulla situazione è il direttore regionale Agatino Carrolo. “Rimangono da effettuare le operazioni di bonifica e di rimozione del materiale combusto. E, laddove vi sono focolai residui, spegnerli“, ha spiegato ai microfoni dei giornalisti l’esponente di punta del personale del 115.
Incendio via Daita: a ricostruire le cause sarà il NIAT
Per ricostruire le cause dell’incendio serviranno approfondimenti. “L’edificio è stato dichiarato inagibile per le condizioni di igiene e sicurezza – ha dichiarato Carrolo -. E’ in corso l’attività di investigazione del NIAT (Nucleo Investigativo Antincendio Territoriale). Si stanno operando i controlli necessari per risalire alla causa dell’incendio. Nessuna ipotesi è da trascurare. Tutto è messo al vaglio degli investigatori“.
Impiegati 40 vigili del fuoco
Un intervento complesso e che ha richiesto un impiego massiccio di vigili del fuoco. “Abbiamo impiegato quaranta uomini. Una quindicina di mezzi con personale specializzato per questa tipologia di intervento. Tre autoscale, tre APS e altri mezzi di supporto“. Il palazzo presenta tutte le cicatrici del rogo. Gli infissi e le finestre sono rimasti gravemente danneggiati. Il tetto e la mansarda sono praticamente stati divorati dalle fiamme. Anche se calcolare l’impatto dell’incendio non sarà facile. “La stima dei danni è impossibile farla ora in quanto le attività di spegnimento sono in corso. Ma comunque non la faremo noi“, ha sottolineato Carrolo.
Come si è svolto l’intervento dei vigili del fuoco
Le operazioni si sono svolte a circa venticinque metri di altezza. Fatto che ha reso le operazione ancora più complesse rispetto alla gravità dell’incendio. “Era un incendio importante che ha interessato circa 500 metri quadrati di struttura – ha dichiarato Agatino Carrolo -. Le fiamme erano insidiose. Si trattava di un “fuoco covante”. La combustione è avvenuta nello spazio d’inclinazione del tetto. In superficie non si vede nulla. Però ad un certo punto le fiamme affiorano dove possono. Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. Abbiamo lavorato con la dovuta cautela, perchè non è facile eseguire questo tipo di interventi a quella quota. Così facendo, abbiamo impedito alle fiamme di propagarsi ulteriormente“.