Il gip del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha emesso un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti del solo Marco Campione, personaggio chiave della maxi inchiesta “Waterloo” che, all’alba di mercoledì, ha fatto scattare otto fermi che, comunque, non sono stati convalidati.
Per altri quattro indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre due sono stati rimessi in libertà. Oltre al sessantenne imprenditore, titolare di una catena di aziende che operano nel commercio di diversi settori, erano stati fermati: P.A., 58 anni, amministratore unico di Hydortecne, società gemella di Girgenti Acque; C.P., 53 anni, dipendente di Girgenti Acque; A.P.C., 51anni, direttore amministrativo di Girgenti Acque; G.D.P., 54 anni, direttore generale Girgenti Acque; Francesco Barrovecchio, 61 anni, responsabile tecnico Hydortecne; Calogero Sala, 61 anni, direttore tecnico e progettazione Girgenti Acque; I.D.V., 63 anni, membro del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque. D.V., Barrovecchio e Sala sono tornati liberi.
Campione resta in carcere e P.A., A.P.C., C.P. e G.D.P. sono posti ai domiciliari. D.V., fermato a Taranto, è stato rimesso in libertà ieri pomeriggio dal gip del tribunale pugliese Rita Romano. Stessa decisione ha adottato il giudice di Verbania Elenia Cerotti, oggi per Barrovecchio. Infine la decisione del gip Provenzano, chiamato a decidere sui sei indagati fermati ad Agrigento, che ha disposto il carcere solo per Campione.
Secondo l’accusa l’ex presidente di Girgenti Acque avrebbe organizzato una rete di professionisti, politici, pubblici funzionari, uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine, corrompendoli o, comunque, asservendoli, con la distribuzione di posti di lavoro e incarichi per familiari e amici.