Palermo – È proprio vero che il mondo del Mediterraneo è una continua sorpresa. La mostra in ricordo di Sebastiano Tusa è una piacevole conferma di questo assunto, soprattutto per l’uso delle scoperte e l’innovazione nello studio che questa esposizione ci propone. Simboli, oggetti, colori, materiali diversi si fondono in un caleidoscopio di emozioni dove i popoli che hanno solcato questi mari, per commercio e per le guerre, sono le inquietanti espressioni di un mondo diviso fra reale e irreale, fra coraggio e paura. È sicuramente un’esposizione che apre uno spiraglio, quella che la Soprintendenza regionale del Mare, sempre attenta alla tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale, ospita nella sua sede di Via dell’Arsenale. Un cuore pulsante della storia di Palermo, l’Arsenale della Marina Regia.
La Regione siciliana con la Soprintendenza del Mare, prosegue così un percorso avviato senza soluzione di continuità, Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, Soprintendente del Mare e Assessore ai Beni culturali della Giunta Musumeci, prematuramente scomparso nel marzo del 2019. Un percorso per immagini, testi, oggetti personali, reperti, documentari e installazioni multimediali, ripercorrerà la carriera di Tusa fin dalle sue prime esperienze. La passione per la preistoria con gli scavi effettuati in provincia di Trapani, a Selinunte, a Partanna, a Mokarta, a Pantelleria. E ancora il racconto dei pionieri dell’archeologia subacquea in Sicilia con foto e filmati d’epoca e l’esposizione di attrezzature subacquee degli anni ’50. Verranno ripercorse le tappe che portarono alla creazione delle due strutture che avrebbero poi costituito la prima Soprintendenza del Mare d’Italia, fiore all’occhiello della Regione Siciliana, nota in tutto il mondo per le importanti scoperte e per il suo approccio interdisciplinare divenuto metodo riconosciuto a livello internazionale.
Conosco Sebastiano da troppi decenni per non lasciare nel cassetto, quelle emozioni per la comune passione della conoscenza per conservare memorie, che mi coinvolgano senza freni. Avrei fatto a meno di scrivere sulla sua memoria, ma il destino o altro illumina le strade anche con il dolore. Il suo insegnamento, che punta a far conoscere nuovi mondi e nuovi modi della nostra storia, vede in primis la condivisione sempre più capillare delle scoperte archeologiche affinchè ciascuno di noi sia sentinella, quel custode che deve riconsegnare la storia a chi verrà dopo di noi.
I suoi caratteristici occhiali esposti nella mostra ci invitano a lanciare uno sguardo lontano, verso mondi, colori e profumi che sembrano perduti nelle acque del Mediterraneo e un occhio attento alla realtà nella quale navighiamo tutti come esploratori in cerca di un porto sicuro.